Giornata Nazionale degli Alberi, polmoni e paladini della Casa comune
Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Puntata di Doppio Click, programma della Radio Vaticana in onda tutti i venerdì in diretta alle 12:40, dedicata all’odierna Giornata.
“Chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, conosce la verità. Essi non predicano dottrine o ricette, predicano, incuranti del singolo, la legge primordiale della vita”. Per lo scrittore tedesco Hermann Hesse, Premio Nobel per la letteratura nel 1946, “gli alberi sono santuari”: tra le loro fronde “stormisce il mondo” e le loro radici “affondano nell’infinito”. A queste colonne della natura è dedicata l’odierna Giornata nazionale degli alberi istituita per promuovere la tutela dell’ambiente, la riduzione dell’inquinamento e la valorizzazione del patrimonio arboreo.
Le iniziative organizzate quest’anno, condizionate dalla pandemia, sono rivolte soprattutto a studenti ed alunni. Diverse diocesi hanno aderito nel corso degli anni a questa Giornata promuovendo varie iniziative. Lo scorso anno, per esempio, la diocesi di Foligno nell’ambito del progetto: “Cittadini del mondo area custodia del Creato“, ha collaborato con il comune e Legambiente Umbria sezione di Foligno, per organizzare una serie di eventi. La Giornata è diventata un appuntamento per ricordare che gli alberi contribuiscono significativamente a contrastare l’inquinamento ambientale ed a migliorare la qualità della vita.
Piantare un albero
Un albero è innanzitutto un inno alla vita, un monumento vivente del creato. “Piantare un albero – ha detto il Papa Francesco nel 2015 durante il suo viaggio apostolico in Kenya – è, in primo luogo, un invito a continuare a lottare contro fenomeni come la deforestazione e la desertificazione”. “Piantare un albero – ha aggiunto Francesco in quell’occasione – ci provoca a continuare ad avere fiducia, a sperare e soprattutto ad impegnarci concretamente per trasformare tutte le situazioni di ingiustizia e di degrado che oggi soffriamo”. In questo video ripercorriamo attraverso le immagini la cerimonia di piantumazione di un albero nei Giardini Vaticani. Era il 4 ottobre del 2019, due giorni prima dell’apertura del Sinodo sull’Amazzonia.
Testimoni di crimini contro la natura
Non sono solo depuratori dell’aria. Gli alberi sono anche testimoni dei misfatti dell’uomo. La deforestazione, in diverse zone del pianeta e in particolare nella foresta dell’Amazzonia, è una ferita inferta alla casa comune. Secondo il Global Forest Resources Assessment 2020 della Fao, le foreste attualmente coprono il 30,8 percento dell’area terrestre globale. In proporzione alla superficie terrestre totale è diminuita dal 32,5% al 30,8% nei tre decenni tra il 1990 e il 2020. In 30 anni sono stati deforestati circa 420 milioni di ettari, una superficie paragonabile all’intera Europa. Il fenomeno colpisce soprattutto le foreste tropicali, nelle quali peraltro vive il maggior tasso di biodiversità (>80%) al mondo: un patrimonio inestimabile. Ogni anno circa 10 milioni di ettari di foreste vengono convertiti in terreni per l’agricoltura e l’allevamento, attività che distruggono gli habitat naturali. Inoltre, il rapporto tra deforestazione globale e rimboschimento è ormai costantemente negativo (nel 2020 è negativo per 178 milioni di ettari).
Ascoltare il grido della terra
Ospite di questa puntata di Doppio Click è monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, che nel 2019 ha partecipato al Sinodo sull’Amazzonia, tenutosi in Vaticano. Un evento in cui è stato rinnovato l’invito ad ascoltare il grido dei poveri e della terra. Nel documento finale dell’Assemblea sinodale si esorta in particolare ad “impegnarsi attivamente a seminare alberi, ricercando alternative sostenibili in agricoltura, energia e mobilità nel rispetto dei diritti della natura e delle persone”.
Gli alberi nella Bibbia
Sono più di cento gli alberi menzionati nella Bibbia. “Bezaleel – si legge nel libro dell’Esodo – fece l’arca di legno di acacia”. Nelle Sacre Scritture sono molti i riferimenti al cedro del Libano, diventato per le sue dimensioni un emblema di grandezza, di nobiltà d’animo. “Il cedro non marcisce; fare in cedro le travi delle nostre case – scrive il filosofo Origene – è preservare l’anima dalla corruzione”. Nell libro del profeta Osèa viene menzionato anche un altro arbusto: “io sono come un cipresso sempre verde, il tuo frutto è opera mia”. Nella Bibbia viene poi citato un albero, il fico, che è segno di abbondanza e serenità e rappresenta il popolo di Israele. “In quel giorno, oracolo del Signore degli eserciti, ogni uomo – si legge nel Libro del profeta Zaccaria – inviterà il suo vicino sotto la sua vite e sotto il suo fico”. Nel Cantico dei Cantici la palma è presentata come un albero di smagliante bellezza. L’olivo è un simbolo di pace: dopo il diluvio, una colomba porta a Noè proprio un ramo di olivo.
Albero della croce
L’albero può dunque essere visto, attraverso la prospettiva biblica, anche come un segno, un simbolo. Ed è soprattutto fonte di vita. Per i cristiani c’è in particolare un albero che porta alla salvezza: “sull’albero della croce – ha detto Papa Francesco durante la meditazione mattutina nella cappella della Domus Santae Marthae il 14 settembre del 2013 – c’è la storia di Dio, che ha voluto assumere la nostra storia e camminare con noi”.
Giardini Vaticani
Nel video di apertura di questa pagina dedicata agli alberi, le cornici naturali in primo piano sono quelle dei Giardini Vaticani e dell’Orto Botanico di Roma. I Giardini sono un vero scrigno di biodiversità. Occupano circa la metà della superficie della Città del Vaticano che si estende per 44 ettari. Sono il luogo di riposo e di meditazione dei Pontefici sin dal 1279, quando Papa Niccolò III fece impiantare un frutteto (pomerium), un prato (pratellum) e un vero e proprio giardino (viridarium), come si evince anche dall’epigrafe lapidea ora conservata nella Sala dei Capitani presso il Palazzo dei Conservatori in Campidoglio. Questo primo nucleo è sorto nei pressi del colle di Sant’Egidio, dove oggi si trova il Palazzetto del Belvedere ed i Cortili dei Musei Vaticani. I Giardini Vaticani ospitano principalmente essenze mediterranee, e sono manutenuti con cura dai 28 giardinieri del Servizio Giardini. I tratti distintivi sono l’ordine e la precisione delle linee.
Orto botanico di Roma
L’Orto Botanico di Roma è uno dei Musei del Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza Università di Roma. Si estende su una superficie di circa 12 ettari nel cuore del tessuto urbano della città, fra via della Lungara e il Colle del Gianicolo, occupando parte dell’area archeologica denominata Horti Getae costituita, in antico, dalle terme di Settimio Severo. L’Orto Botanico di Roma è collocato nell’attuale sede, adiacente al Palazzo Riario-Corsini di cui riflette l’assetto del giardino storico, dal 1883. Da notare, il bosco di bambù, il giardino giapponese, la casa delle farfalle, e soprattutto la Living Chapel ispirata all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.
L’albero in piazza San Pietro
A partire dal Natale del 1982, per espresso volere di Giovanni Paolo II viene rinnovata, a ricordo della Natività del Salvatore, la rappresentazione del presepe ai piedi dell’obelisco vaticano. Alla destra del presepe viene eretto l’albero di Natale, un abete donato al Papa di anno in anno da una diversa regione montana dell’Europa. Sono segni di speranza e di fiducia per il mondo nella certezza che Gesù viene in mezzo al suo popolo per salvarlo e consolarlo. In piazza San Pietro quest’anno si potrà ammirare un maestoso abete rosso, alto 28 metri, proveniente dalla Slovenia sudorientale. L’albero scelto è cresciuto nei pressi di Kočevska Reka, a 6 chilometri in linea d’aria dall’imponente foresta vergine Krokar. La tradizionale cerimonia di inaugurazione e accensione è in programma venerdì 11 dicembre.