Pizzaballa: un grande dolore il raid contro la chiesa ortodossa a Gaza
Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – Sono almeno 18 le vittime dell’attacco condotto dall’aviazione israeliana che ha colpito una parte della chiesa di San Porfirio. I feriti sono stati accolti dalla parrocchia cattolica della Sacra Famiglia. Il cardinale Pizzaballa: oltre 500 le persone rifugiate nella chiesa latina della città palestinese.
Nella città di Gaza non ci sono più luoghi sicuri. In particolare venerdì sera un attacco aereo, condotto dall’aviazione israeliana, ha provocato la distruzione di uno degli edifici della chiesa greco-ortodossa di San Porfirio. Le vittime sono almeno 18 e altre 10 persone sono ancora sotto le macerie. Molti feriti sono stati portati nella parrocchia cattolica della Sacra Famiglia a Gaza, “perché negli ospedali non c’è posto”, ha affermato il parroco padre Gabriel Romanelli. Nella chiesa cattolica di Gaza state accolte, complessivamente, più di 500 persone. La presenza di più di 50 bambini disabili, di anziani molto malati e di feriti, tra cui quelli sopravvissuti al raid che ha devastato una parte della chiesa ortodossa di San Porfirio, rende la situazione ancora più critica.
Pizzaballa: la comunità cattolica ha deciso di restare
Il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, in un’intervista al Tg2000 ha sottolineato che la notizia della distruzione di parte della chiesa di San Porfirio è stata appresa con “grande dolore”. “Il dolore di quelle famiglie, che sono già provate da tanto tempo, è enorme e noi siamo con loro. Noi preghiamo affinché questa situazione finisca quanto prima”. Speriamo che torni la ragionevolezza in chi prende le decisioni. La guerra e le bombe non hanno mai risolto i problemi, anzi ne creano sempre di nuovi”. Il patriarca latino di Gerusalemme ha anche spiegato che la comunità cattolica di Gaza “è informata di tutto e ha deciso di restare”. “Prima di tutto perché non sanno dove andare e poi perché dicono che nessun luogo nella Striscia di Gaza è al sicuro”. “Nonostante tutto – ha detto il porporato – riescano a mantenere una fede salda”. Una fede che non è stata scossa “neanche da queste bombe”.
Colpiti obiettivi di Hezbollah al confine con il Libano
Sul terreno la situazione resta critica. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha chiesto intanto di evacuare molte delle proprie scuole a Gaza. L’esercito israeliano, inoltre, ha confermato di aver colpito nella notte “numerosi obiettivi” di Hamas. Ed anche di aver condotto una serie di attacchi contro numerosi edifici di Hezbollah al confine con il Libano. Il quotidiano “Haaretz” riferisce infine che le due cittadine americane rilasciate da Hamas, che le aveva prese in ostaggio nel corso dell’attacco dello scorso 7 ottobre, sono arrivate in Israele. Sin tratta di Judith Tai Raanan e sua figlia, Natalie Raanan.