Charis, dai senzatetto coreani una colletta per i poveri di Roma

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Ultima giornata dell’evento “Chiamati, trasformati e inviati” promosso dal servizio internazionale della Santa Sede per il Rinnovamento Carismatico Cattolico. Nel pomeriggio l’incontro con Papa Francesco. Tra riflessioni spirituali, iniziative di solidarietà e testimonianze, l’esperienza del “Sinodo digitale” per far “diventare virale l’amore di Dio nel mondo della rete”.

Il discernimento, la Divina Provvidenza, la creatività dello Spirito e i carismi. Sono questi alcuni dei temi al centro dell’evento “Chiamati, trasformati e inviati” organizzato in Aula Paolo VI da Charis, servizio internazionale della Santa Sede per il Rinnovamento Carismatico Cattolico. Nell’odierna giornata conclusiva il programma prevede, nel pomeriggio, l’incontro con Papa Francesco. Un appuntamento molto atteso preceduto, nel corso della mattinata, da varie relazioni, tra cui quelle sui pilastri affidati dal Papa a Charis: il battesimo nello Spirito Santo, l’unità dei cristiani e il servizio ai poveri.

Gesù ci attende tra i poveri

I poveri sono fratelli da accogliere. Francois Prouteau, membro del Cisc di Charis, ha sottolineato che dedicare le proprie energie alle persone bisognose è una grazia: “siamo inviati a incontrare Gesù nel volto dei poveri”. Siamo chiamati, ha aggiunto, ad incontrare Gesù che “ci attende tra i poveri”.

Dai poveri per i poveri

La solidarietà non ha confini e limiti. Padre James Shin San-Huyn, della Comunità carismatica di Kkottognae, ha reso noto che un gruppo di clochard coreani ha raccolto una somma di denaro da destinare alle persone senza fissa dimora che vivono nelle zone limitrofe al Vaticano. E ha ricordato che ieri è stata organizzata da Charis e dalla comunità Kkottognae una festa per 50 senzatetto. “Il dolore peggiore per loro è quello di essere abbandonati dalla loro famiglia e dalla società”. La prima cosa da fare, ha detto padre James, è perdonare. E per perdonare gli altri, la famiglia e se stessi, “la via maestra è quella del pentimento”. Molti di loro sono “rimasti unti dallo Spirito Santo”, anche se non sono cattolici. Un senzatetto, ha rivelato padre James, ha detto: “Ora mi sento in pace”. La solidarietà, oltre ad essere senza confini, è anche circolare. I senzatetto che vivono tra le strade intorno al Vaticano hanno raccolto soldi per le persone senza fissa dimora in Corea del Sud.

Il metodo Alpha

Dopo la relazione sul servizio ai poveri, si è aperta una tavola rotonda incentrata sul tema: “La creatività dello Spirito Santo”. In questa cornice è stata ricordata l’’Esperienza Alpha”, germogliata nella Comunione anglicana e diffusasi con il passare del tempo anche nella Chiesa cattolica. Nicky Gumbel, pastore anglicano, ha ripercorso le tappe di questa realtà, nata ne 1977 nella chiesa di Holy Trinity Brompton a Londra con una prospettiva: quella di offrire un corso, uno strumento di introduzione alla fede, per persone non ancora cristiane o lontane dalla Chiesa e desiderose di conoscere Gesù. Da allora, la partecipazione ad Alpha è cresciuta sempre di più con centinaia di partecipanti ad ogni corso. Attualmente, il corso Alpha è diffuso in tutti i Paesi del mondo e in oltre 100 lingue. Ogni persona, ha detto Nicky Gumbel, cerca tre cose nella propria vita: l’amore, un obiettivo, l’appartenenza. Domande e ricerca di senso che trovano una sola risposta realmente valida: la vita e le parole di Gesù.

Sinodalità digitale

Le sfide in ambito digitale hanno scandito l’intervento di monsignor Lucio Adrián Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione, che si è soffermato sul tema della “Sinodalità digitale”. Il messaggio fondamentale da comprendere, ha detto monsignor Lucio Adrián Ruiz, è quello di essere una Chiesa in uscita, di testimoniare l’amore per Gesù, come ha dimostrato il beato Carlo Acutis nella sua vita. Si deve parlare il linguaggio delle persone e la nostra vita “deve tradurre la forza dello Spirito”.

Annunciare il Dio della misericordia

Il segretario del Dicastero per la Comunicazione ha posto inoltre una domanda cruciale che interpella il cuore di ogni cristiano: cosa fare per rinnovare la Pentecoste qui ed oggi? Si deve annunciare – ha detto – il Dio della tenerezza, il Dio della misericordia. Anche la cultura digitale, ha osservato monsignor Lucio Adrián Ruiz, è uno spazio da vivere. Non si tratta di usare strumenti, ma di vivere questa cultura. Ci sono tanti rischi e paure nell’abitare queste frontiere digitali, ma si deve uscire: “Si può cadere ma è necessario rialzarsi”. E si deve sempre essere missionari in uscita” per raggiungere le periferie esistenziali, ovvero “tutti coloro che non hanno Dio e non hanno speranza”.

Missionari digitali

Durante la tavola rotonda è stato poi ricordato il tracciato del “Sinodo digitale” al quale partecipano missionari, evangelizzatori digitali ed influencer cattolici. Tutti coloro che sentono la chiamata all’evangelizzazione e alla missione nelle reti e negli spazi digitali. Oggi sono più di 2000 i missionari digitali. Veronica, una ragazza brasiliana, ha spiegato che in rete ci sono persone ferite che trovano una autentica consolazione solo nelle parole del Signore. Il lavoro di un missionario digitale – è stato sottolineato – è quello di “far diventare virale l’amore di Dio, anche nelle reti”.

Concerto per la pace

La tavola rotonda, moderata da Pino Scafuro, è stata anche arricchita da testimonianze di artisti cristiani. Dopo l’incontro con Papa Francesco, nell’Aula Paolo VI, l’evento “Chiamati, trasformati e inviati” si conclude stasera con il Concerto per la pace. E con l’esibizione di gruppi giovanili cristiani di vari Continenti. È prevista la partecipazione anche di un’orchestra sinfonica composta da giovani artisti provenienti da contesti svantaggiati della periferia di Recife, in Brasile, insieme con musicisti russi, ucraini e italiani.

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