Iraq: Francia voterà la risoluzione delle Nazioni Unite
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
L’ingarbugliata situazione politica dell’Iraq sembra vicina ad una importante svolta: il presidente francese, Jacques Chirac, ha chiesto ancora “qualche giorno” per il “si” della Francia alla risoluzione Onu sul Paese arabo e prossimamente anche altri Stati, finora riluttanti, potrebbero concedere il loro via libera. Ma sul terreno la situazione continua ad essere drammatica: questa mattina un’autobomba è esplosa davanti alla base delle forze di sicurezza irachene, a nord di Baghdad, causando la morte di almeno sei persone. Oltre a questo attacco si devono registrare altri gravi episodi sui quali ci riferisce Amedeo Lomonaco:
In seguito ad una sparatoria sono morti a Baghdad due polacchi che lavoravano per un’azienda americana specializzata in sicurezza. Un poliziotto ed un civile iracheni, inoltre, sono stati uccisi per la deflagrazione di un ordigno nella via principale di Al-Touz, a 75 chilometri della città petrolifera di Kirkuk. E rivoltosi hanno attaccato, ieri, una stazione di polizia a sud della capitale uccidendo almeno 10 poliziotti e due civili. Lo hanno rivelato oggi fonti irachene secondo le quali i guerriglieri, vestiti da agenti, sono penetrati nell’edificio nella città di Musayyab, a sud di Baghdad, e hanno costretto i veri poliziotti a piazzare le cariche esplosive.
Spiragli di speranza
In questo scenario contrassegnato dalla violenza non mancano comunque segnali di speranza: 529 detenuti sono infatti stati rilasciati dal carcere di Abu Ghraib. E sul futuro politico dell’Iraq il presidente americano George Bush, al termine dell’incontro di ieri a Parigi con il capo di Stato francese Jacques Chirac, ha intanto ribadito che sarà accordata piena sovranità al nuovo governo ad interim iracheno. Durante l’incontro, Chirac ha inoltre annunciato che la Francia voterà la risoluzione delle Nazioni Unite, anche se per la firma bisognerà aspettare ancora qualche giorno.
In Iraq sarà ripristinata la pena di morte
Dopo il preannunciato “si” francese, gli Stati Uniti sono ora convinti che sia imminente il via libera anche dei Paesi più riluttanti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il primo ministro dello Stato arabo, Iyad Allawi, ha inoltre sottolineato come le forze multinazionali debbano restare in Iraq dopo il trasferimento della sovranità al nuovo esecutivo, previsto il prossimo 30 giugno, per garantire con la cooperazione degli iracheni la sicurezza del Paese. Il ministro della giustizia iracheno, Malek Dohan al Hassan, ha infine dichiarato che dopo il 30 giugno sarà ripristinata la pena di morte, condanna – ha aggiunto – che in futuro potrebbe subire l’ex presidente Saddam Hussein.
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