Iraq: milizie sciite di ritirano da Najaf

Lt Col. Ted Ruane, Commanding Officer, MSSG-11, talks with a large crowed of citizens from the village of Qadisiyah, in the Najaf providence of Iraq waiting to receive humanitarian assistance Jan. 14, 2005. MSSG-11 has conducted nine humanitarian assistance operation to date and this has been the largest with 1,105 Iraqis citizens showing up and receiving food, water, blankets, toys and sporting equipment. Medical and dental staff was also available and treated over 150 Iraqi citizens. Official USMC photo by: GySgt Robert K. Blankenship
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
In Iraq, le milizie agli ordini del leader radicale sciita, Moqtada al-Sadr, hanno annunciato che oggi cominceranno a ritirarsi da Najaf, città recentemente insanguinata da furiosi combattimenti. Sul versante politico, il ministro degli Esteri iracheno, Hoshiyar Zebari, ha intanto dichiarato che la futura risoluzione dell’Onu sull’Iraq dovrà accordare al nuovo governo “piena sovranità”. Ma il Paese arabo – ha anche aggiunto – ha ancora bisogno dell’assistenza della forza multinazionale. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Rivolgendosi ai membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Zebari ha affermato che l’Iraq deve avere voce in capitolo sulla presenza delle truppe straniere sul proprio territorio, ma ha anche osservato che un ritiro prematuro delle forze della coalizione porterebbe al caos e al rischio di una guerra civile. Ed il complesso scenario iracheno sembra inoltre fare da sfondo ad una importante decisione. Il direttore della Cia, George Tenet, si è infatti dimesso – ufficialmente per motivi personali – dal suo incarico. A partire da luglio la guida dell’Agenzia sarà temporaneamente affidata al suo vice, John McLaughlin. Le polemiche legate alle informazioni sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein e gli errori commessi dall’intelligence americana prima dell’attacco dell’11 settembre 2001 sono stati i principali argomenti contro la gestione di Tenet, al quale il presidente statunitense, George Bush, ha sempre ribadito la propria fiducia.
Ancora violenze e attacchi
Sul terreno, intanto, sette iracheni sono morti durante due distinti attacchi avvenuti ad Abu Ghraib e a Baghdad. E sempre nella capitale irachena diversi colpi di mortaio sono stati sparati, ieri, contro l’ambasciata italiana causando la morte di due persone. La Farnesina ha confermato che non ci sono vittime italiane. Dopo l’agguato, il personale della sede diplomatica è stato trasferito nella cosiddetta “zona verde” dove si trova il quartier generale della coalizione. Assume, infine, contorni sempre più drammatici la vicenda delle torture perpetrate da soldati statunitensi contro prigionieri iracheni: due marines americani sono stati condannati a pene detentive dopo essersi dichiarati colpevoli di aver sottoposto un detenuto a scariche elettriche.