Iraq: angoscia per la sorte di due ostaggi francesi

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq sono ancora ore di attesa per la sorte di Christian Chesnot e Georges Malbrunot: dopo la smentita della notizia diffusa ieri del rilascio dei due ostaggi, si continua a trattare per la loro liberazione. Fonti diplomatiche francesi a Baghdad hanno dichiarato di non avere informazioni su dove si trovino i due reporter rapiti. E nell’ambasciata di Parigi ad Amman è stata approntata un’unità di crisi per coordinare le trattative. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

“Sui due giornalisti abbiamo informazioni positive, ma ci sono ancora ostacoli da superare per il loro rilascio. Siamo prudenti ma fiduciosi”. Lo ha dichiarato il primo ministro francese, Jean Pierre Raffarin, rimarcando come la Francia abbia mostrato di saper unirsi dopo le reazioni suscitate dal sequestro dei due reporter. “Altri Paesi, in circostanze del genere – ha aggiunto il premier – hanno conosciuto la divisione. La Francia, invece, ha saputo dare prova di coerenza e di coesione”. Una fonte della guerriglia ha annunciato, inoltre, che i due prigionieri non sono stati consegnati ad un gruppo di intermediari come invece aveva riferito ieri ‘Radio France’.

Ostaggi rapiti dall’esercito islamico

I due ostaggi – ha aggiunto la fonte – sono sempre nelle mani dell’Esercito islamico e si trovano nella regione di Baghdad. Lo stesso gruppo che ha sequestrato i due giornalisti, ha rivendicato intanto l’attentato di mercoledì scorso contro il convoglio del leader del Congresso nazionale iracheno, Ahmad Chalabi, uscito illeso dall’agguato. E nel Paese arabo, dove i ribelli hanno sabotato stamani due oleodotti nei pressi di Bassora e di Kirkuk, continua l’ormai consueta striscia di violenze e di sequestri: almeno dodici persone, secondo quanto riferito da Al Jazeera, sono rimaste uccise durante furiosi scontri scoppiati a Mossul tra forze americane e combattenti iracheni.

Violenze a Ramadi e a Kirkuk

Episodi di violenza sono avvenuti anche a Ramadi, dove è morta una donna, e a Kirkuk dove l’esplosione nei pressi di una scuola di polizia ha causato almeno 15 morti. E la polizia ha rivelato oggi che la guerriglia ha rapito, nell’ultima settimana, diversi funzionari dei servizi pubblici nella provincia occidentale di Al Anbar, accusati dai ribelli di “collaborare con gli americani”.

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