© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Nuova giornata di sangue in Iraq. Alle operazioni militari americane contro la guerriglia e presunti gruppi di ribelli provenienti dalla Siria, si deve aggiungere il consueto dramma degli attentati kamikaze. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Cinquanta insorti sono stati uccisi dall’esercito americano nelle ultime 24 ore in Iraq, vicino alla frontiera con la Siria. Lo hanno annunciato oggi, con un comunicato, fonti delle forze statunitensi. Nel testo, si precisa che obiettivo dell’operazione militare, iniziata ieri, è quello di “estirpare la presenza di insorti e combattenti stranieri, minando così la rete di appoggio alla guerriglia nella regione di Al Karabilah”. Secondo i governi di Washington e Baghdad, presunti combattenti varcano il confine con la Siria per infiltrarsi in Iraq e unirsi ai ribelli. Ma il governo di Damasco ha sempre smentito questa tesi.

Violenze in varie zone del Paese

Oltre alla difficile situazione nelle zone di confine, anche l’interno dell’Iraq è sconvolto dalle violenze: nella parte  occidentale di Baghdad, due soldati iracheni sono morti per l’esplosione di un’autobomba. Sempre nella capitale, i ribelli hanno ucciso due civili e due agenti. Due attentati condotti dalla guerriglia nelle ultime 24 ore nell’area del cosiddetto triangolo sunnita hanno causato, inoltre, la morte di almeno 9 persone: cinque iracheni sono rimasti uccisi per un attacco kamikaze compiuto a Falluja, roccaforte della guerriglia sunnita, contro un convoglio dell’esercito iracheno. Altre quattro persone sono morte ad Habbaniya per l’esplosione di un’auto vicino ad una moschea.

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