Siria, esodo civili in fuga verso Giordania
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Prosegue in Siria l’esodo di massa di migliaia di profughi in fuga da Aleppo e dalle zone limitrofe in seguito ai bombardamenti delle forze governative appoggiate dall’aviazione russa. La cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta non “solo scioccata ma anche inorridita” per le sofferenze subite dai civili a causa dei raid russi in Siria. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
In Siria, sono circa 35 mila le persone fuggite negli ultimi giorni in seguito a un’offensiva lanciata, nella zona di Aleppo, da forze governative sostenute da raid aerei russi. Attualmente, i profughi sono vicino ad un valico di confine con la Turchia. Il Paese, che già ospita oltre 2,5 milioni di rifugiati siriani, ha deciso per il momento di chiudere la frontiera, nonostante gli appelli da parte dei leader europei. Il governo di Ankara sostiene che è stato già superato il limite massimo per l’accoglienza dei profughi. Migliaia di civili siriani sono inoltre in fuga verso la Giordania. Dall’inizio della guerra civile, nel 2011, sono circa 4,6 milioni le persone fuggite dalla Siria.
In Siria oltre 13 milioni di persone bisognose di aiuti
Altri 13 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria all’interno del Paese. Fonti dell’opposizione hanno inoltre reso noto che truppe siriane, sostenute dai raid aerei russi, sono impegnate in intensi combattimenti con i ribelli intorno al villaggio di Ratyan e nelle zone circostanti a nord di Aleppo. Intanto, dopo l’Arabia Saudita, anche gli Emirati Arabi Uniti starebbero pensando alla possibilità di inviare un contingente in Siria nel quadro degli sforzi internazionali contro le milizie jihadiste del sedicente Stato islamico.
Migliaia di civili sono dunque in fuga dalla Siria verso la Giordania. Sulla situazione umanitaria proprio in quest’ultimo Paese, Amedeo Lomonaco ha intervistato padre Hanna Kildani, del Patriarcato latino di Gerusalemme, parroco di Fuhais, in Giordania:
R. – Un milione e 500 mila siriani sono già in Giordania da cinque anni. Adesso c’è questo nuovo flusso di profughi verso la Giordania. Nei giorni scorsi le autorità di Amman hanno riferito che la Giordania deve aspettare per fare entrare altre persone nel Paese perché questi profughi vengono dai territori dove ci sono gruppi estremisti, sia del sedicente Stato islamico si di Al Nusra. La Giordania non sa se tra questi profughi ci siano dei terroristi. Ed il governo giordano ora vuole essere sicuro che tra i profughi non ci siano terroristi.
La Giordania e l’accoglienza
D. – Quindi ci sono esigenze legate alla sicurezza. Ma la Giordania è pronta, comunque, ad accogliere questi profughi? Ha le risorse per venire incontro a queste persone?
R. – Non abbiamo le risorse. Re Abdallah ha chiesto, nel recente congresso a Londra, l’aiuto degli Stati del modo per accogliere questi profughi. Un terzo degli abitanti della Giordania sono profughi. Germania, Italia e altri Stati d’Europa, Paesi più ricchi della Giordania, trovano problemi ad accogliere migliaia di profughi che arrivano in Europa passando dalla Turchia. La Giordania è un Paese povero e si prende cura di almeno tre milioni di profughi. Aspettiamo l’aiuto da parte del mondo, dell’Onu, degli Stati Uniti e dell’Europa per dare mezzi ad Amman affinchè si possano accogliere tutti questi profughi siriani.
Convivenza tra profughi e popolazione
D. – In Giordania si trovano dunque oltre tre milioni di profughi. Un terzo della popolazione sono profughi. Come è la convivenza tra i profughi e la popolazione giordana?
R. – Il popolo giordano è accogliente, ma ora i giordani hanno paura che tutti questi profughi possano togliere il lavoro ai giordani. Per esempio, l’operaio giordano chiede 20-30 dollari al giorno per un lavoro. Un siriano si offre per fare lo stesso lavoro anche per 10 dollari o per 5. C’è la concorrenza per il lavoro in Giordania. Per accogliere i profughi siriani, abbiamo bisogno dell’aiuto del mondo.