Presidenziali in Iran: ballottaggio tra Rafsanjani e Ahmadinejad

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iran, il Ministero dell’interno ha reso noti i risultati finali delle elezioni presidenziali, tenutesi lo scorso 17 giugno: nessuno dei candidati ha conquistato la maggioranza assoluta e ha votato oltre il 60 per cento degli elettori. Andranno al ballottaggio il conservatore Rafsanjani, che ha ottenuto il 21 per cento dei voti, e l’ultraconservatore Ahmadinejad che ha conquistato il 19,5 per cento delle preferenze. E’ stato invece escluso dal ballottaggio, che si terrà il prossimo 24 giugno, il riformista Karroubi che ha ricevuto poco più del 17 per cento dei voti. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Per la prima volta nella storia dell’Iran, sarà il ballottaggio a stabilire chi ricoprirà la più alta carica di Stato. La partita per la successione al presidente uscente, Mohammed Khatami, è ristretta a due candidati conservatori: Rafsanjani, già presidente iraniano per due mandati dal 1989 al 1997, e Ahmadinejad, ex sindaco di Teheran. Quest’ultimo, ultraconservatore, è riuscito a superare l’ex presidente del Parlamento, il riformista moderato Karrubi.

Testa a testa tra Ahmadinejad e Karrubi incerto fino all’ultimo

Ma il testa a testa tra Ahmadinejad e Karrubi, che ha lanciato accuse di brogli, è stato incerto fino all’ultimo. L’ex sindaco di Teheran è arrivato al ballottaggio probabilmente grazie ad un maggiore numero di preferenze nella capitale. Il favorito Rafsanjani, invece, è sempre rimasto in testa ma non è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta.

Il Nobel Ebadi non voterà

Il premio Nobel per la pace, l’iraniana Shiri Ebadi, ha annunciato, intanto, che non si recherà alle urne per il ballottaggio. “Non prenderò parte ad alcuna elezione finché ci sarà questa legge elettorale che prevede la supervisione sul voto dei guardiani della rivoluzione”, ha detto Shiri Ebadi. Ma la sua decisione è in contrasto con quella della maggioranza del popolo iraniano: hanno votato, infatti, 29,32 milioni di elettori, pari al 63 per cento degli aventi diritto. La guida suprema, l’ayatollah Khamenei, si è congratulato per l’alta affluenza alle urne e ha detto che i risultati della consultazione costituiscono una sconfitta per il presidente americano, George Bush. Poco prima della votazione, il capo della Casa Bianca aveva duramente criticato le elezioni presidenziali in Iran definendole come “non democratiche”.

Intervista con Alberto Zanconato

L’Iran è dunque chiamato ad una nuova consultazione per stabilire il successore di Mohammed Khatami. Ma il ballottaggio di venerdì prossimo tra due conservatori può disegnare un nuovo Iran? Risponde al microfono di Amedeo Lomonaco il corrispondente dell’Ansa da Teheran, Alberto Zanconato:

R. – Non credo. Il ministro degli Esteri,Kamal Kharrazi,ha detto che la politica iraniana non cambierà. Chiunque sarà eletto, non muterà la politica di Teheran. Le scelte e la posizione dell’Iran sul piano internazionale sono pilastri della politica estera. Un cambiamento, quindi, non appare assolutamente probabile anche perché, come hanno mostrato questi otto anni di presidenza di Mohammed Khatami, i poteri del presidente in Iran sono molto limitati.

Chances per Ahmadinejad

D. – Quali chances di vittoria avrà al ballottaggio l’ultraconservatore Ahmadinejad?

R. – Ahmadinejad ha poche chancesdi vittoria. Il fatto che sia arrivato al ballottaggio con l’ex presidente Rafsanjani crea dei timori soprattutto a Teheran. Ahmadinejad è infatti un ultraconservatore, già membro delle forze speciali di Pasdaran. Questo timore dovrebbe spingere, anche quanti non si sono recati alle urne per il primo turno, a votare per Rafsanjani e a votare contro Ahmadinejad.

Voto ed astensionismo

D. – Per questo primo turno è stata comunque sventata la minaccia dell’astensionismo?

R. – Sì. Non c’è stato né un astensionismo di massa, come si poteva pensare per la delusione dopo gli otto anni di Khatami e delle promesse di riforme democratiche, mantenute solo in parte. Non c’è stata nemmeno una massiccia partecipazione: si parla di una affluenza intorno al 60 per cento. Evidentemente, molti hanno pensato che fosse meglio andare a votare per il candidato più gradito ai riformisti. Questo candidato si delinea, in vista del ballottaggio di venerdì prossimo, nella figura dell’ex presidente Rafsanjani.

Presidenziali e programma nucleare

D. – Con il cambio di presidenza in Iran, ci potranno essere dei mutamenti nel programma nucleare iraniano?

R. – L’Iran continua a sostenere che vuole andare avanti nel suo programma e soprattutto con la realizzazione di un ciclo per l’arricchimento dell’uranio, che è il punto più controverso del programma iraniano. Queste attività sono state sospese da diversi mesi nell’ambito delle trattative con l’Europa. L’Iran, però, non è più disposto a continuare con questa sospensione e riprenderà le attività anche di arricchimento dell’uranio.

Foto:

By Kjetil Ree [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], from Wikimedia Commons

 

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