29 cristiani etiopi decapitati dall’Is

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Erano migranti che stavano cercando di raggiungere l’Europa i 29 cristiani etiopi uccisi da miliziani del sedicente Stato islamico in Libia. Le drammatiche immagini della loro esecuzione sono mostrate in nuovo raccapricciante video di propaganda jihadista. Sono martiri – ha affermato il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, cardinale Leonardo Sandri – che hanno testimoniato la loro fede, fino alla morte, senza paura. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Nuovo Video choc

Miliziani mascherati, una fila di prigionieri e poi la decapitazione. E’ la drammatica sequenza del nuovo video diffuso dal sedicente Stato islamico dopo quello, pubblicato a febbraio, che mostrava l’uccisione di 21 egiziani copti. Nel nuovo filmato, oltre ad una serie di immagini di chiese cristiane distrutte, si vede anche un miliziano mascherato mentre legge una dichiarazione in cui afferma che i cristiani devono convertirsi all’Islam o pagare una tassa.

Il cardinale Sandri: 29 martiri

I 29 cristiani etiopi uccisi – sottolinea al microfono di Hélène Destombes il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, cardinale Leonardo Sandri – sono martiri che hanno testimoniato la loro fede:

“Certamente vorrei rendere omaggio a questi martiri, mettere davanti ai nostri occhi tutta la nostra povertà, la nostra miseria di fronte a fratelli cristiani capaci di testimoniare il nome di Cristo fino alla morte senza paura, nonostante la crudeltà di queste persone che hanno un cuore storto, non sottoposto a Dio. Rendo omaggio a questi martiri, presento le più vive condoglianze e la mia ammirazione per i figli dell’Etiopia che hanno testimoniato così la loro adesione a Cristo fino a dare il sangue per lui”.

Appello per fermare persecuzioni anticristiane

Dal porporato anche un accorato appello alla comunità internazionale:

“Da parte nostra noi seguiamo con la nostra preghiera, con la nostra impotenza, con tutto quello che possiamo fare; piccoli passi, piccoli aiuti per i nostri fratelli cristiani in Siria, in Iraq, in Libia, in Egitto. Ma pensiamo che qui si apre un panorama per il futuro dell’umanità che sarebbe terribile. Quelli che hanno nelle loro mani il potere di decidere la sorte delle nazioni fermino questo avanzamento della crudeltà e della persecuzione dei cristiani e – io direi – della persecuzione dell’uomo, della sua dignità e di quello che sarà il futuro dell’umanità”.

Don Zerai: un dramma nel dramma

L’orrore di questa esecuzione in Libia si aggiunge alle sofferenze di tanti cristiani discriminati e torturati in vari Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente per la loro religione. Così al microfono di Fabio Colagrande, don Mussie Zerai, sacerdote eritreo responsabile dell’Agenzia Habesha, ong impegnata nell’accoglienza dei migranti africani:

“Questo è l’ennesimo dramma nel dramma. Ci preoccupa perché adesso migliaia di persone che sono in Libia possono rischiare di essere sgozzate, così come è avvenuto per queste 29 persone. E questo è veramente angosciante per tutti noi. Soprattutto nella zona di Misurata ci sono stati dei contatti tra gruppi di milizie e quelli dell’Is. Quindi è probabile che siano state vendute queste persone. Sono profughi che arrivano in Libia, sono mercificati come qualsiasi altra merce. Vengono comprati e venduti, per cui non mi meraviglia che anche questi siano stati venduti da alcuni gruppi di trafficanti a delle milizie all’Is”.

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