Vescovi del Perù: la corruzione è radicata nelle istituzioni
© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – In un messaggio dopo l’ultimo scandalo che ha coinvolto l’ex presidente Alan García, la Conferenza episcopale del Perù sottolinea che la società peruviana subisce gravi danni a causa della corruzione.
“La corruzione radicata nelle istituzioni si fa visibile con il coinvolgimento di politici e gruppi di potere a livello locale, regionale e nazionale, screditando la dimensione istituzionale dello Stato e generando un grave danno alla società”. E’ quanto scrivono, in una nota diffusa ieri, i vescovi del Perù riferendosi alla “grave crisi” che schiaccia il Paese andino. Tale situazione, sottolineano i presuli, è una conseguenza “del deterioramento dei valori etici, del silenzio complice, del blindamento politico, dell’inaccettabile primato degli interessi personali e di gruppo a danno del bene comune”.
Indignazione della popolazione
Questa situazione, si legge ancora nel documento, “ha generato nella popolazione indignazione, una crescente condanna, una profonda sfiducia e una richiesta di autentica giustizia”. “Segno che noi, peruviani, chiediamo una società che si alimenti nel rispetto incondizionato dei principi democratici e dell’ordine costituzionale, che garantiscano l’effettivo raggiungimento del bene comune e lo sviluppo integrale di tutti i peruviani”.
Nuovi scandali
L’ultimo scandalo riguarda l’ex presidente della Repubblica Alan García che, lamentando un accanimento giudiziario, si è rifugiato nell’ambasciata dell’Uruguay. “È proprio una vergogna”, ha detto il cardinale peruviano Pedro Barreto, arcivescovo metropolita di Huancayo, riferendosi a questo caso. Quello che Alan García ha detto a tutto il Paese, ha spiegato il porporato, è una “bugia”. Lo scorso 17 novembre – ricorda l’agenzia Fides – l’ex presidente del Perù aveva detto di non voler violare l’ordine del tribunale che gli impediva di lasciare il Paese per 18 mesi. Ma poche ore dopo, è entrato nella residenza dell’ambasciatore uruguaiano per chiedere asilo politico. Non è questo un caso isolato. Tutta la storia recente del Perù è segnata da scandali. Tutti i recenti ex presidenti peruviani, infatti, sono stati coinvolti in casi di corruzione.
Il referendum del 9 dicembre
Il prossimo 9 dicembre il Paese è chiamato a pronunciarsi in un importante referendum sulle recenti riforme costituzionali. La consultazione sarà articolata in quattro quesiti, riguardanti l’introduzione del bicameralismo, nuovi e più rigorosi meccanismi di controllo sui finanziamenti di privati ai partiti, l’immediata non rieleggibilità dei parlamentari, la riforma del sistema giudiziario. Per la presidenza della conferenza episcopale peruviana, questo appuntamento con le urne “è un momento storico e decisivo”.
Classe politica da ricomporre
“Abbiamo l’imperativo morale – scrivono i presuli peruviani riferendosi al referendum del 9 dicembre – di gettare le basi del nostro Paese a partire dalla riserva di coscienza morale della popolazione, dai valori umani e cristiani, così come dall’ascolto del clamore delle giovani generazioni”. Pertanto, aggiungono i vescovi, “è urgente il compito di ricomporre la classe politica, consolidare i poteri dello Stato nella loro indipendenza e autonomia”. Per la presidenza della conferenza episcopale peruviana, il prossimo appuntamento con le urne “è un momento storico e decisivo”.
Francesco: la corruzione è un virus che infetta tutto
Papa Francesco, durante il viaggio apostolico in Perù, si è più volte soffermato sul tema della corruzione. In particolare, incontrando lo scorso 19 gennaio la società civile, il corpo diplomatico e le autorità, aveva detto: “Lavorare uniti per difendere la speranza esige di essere molto attenti a un’altra forma – spesso sottile – di degrado ambientale che inquina progressivamente tutto il tessuto vitale: la corruzione”. “Quanto male – aveva aggiunto in quell’occasione il Pontefice – procura ai nostri popoli latinoamericani e alle democrazie di questo benedetto continente tale ‘virus’ sociale, un fenomeno che infetta tutto, e i poveri e la madre terra sono i più danneggiati”.