Rapporto su corruzione e famiglie

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

C’è un fenomeno che continua a minare gli affari politici e le relazioni sociali di decine di Paesi del mondo, ma a pagare per primi le conseguenze di tangenti e malversazioni sono i più poveri. Questa piaga è la corruzione ed è largamente diffusa: secondo il rapporto annuale della ONG Transparency International, pubblicato ieri, una persona su 10 ha dovuto pagare una tangente nel 2006.

 

Metà della popolazione di 60 Paesi pensa inoltre che i partiti politici, i parlamenti e il sistema giudiziario siano corrotti. “Le famiglie indigenti – sostiene lo studio – sono le più toccate dalle richieste di tangenti” sia negli Stati ricchi, sia nei Paesi in via di sviluppo. Dal rapporto emerge poi la vastità dello spettro nascosto della corruzione, troppo spesso considerata, a torto, come un’esclusiva delle relazioni tra imprese e potere politico. In base ai dati dello studio, è sempre l’Africa che guida, con il 42%, l’indice di corruzione. Seguono Russia, Ucraina e Moldavia con circa il 25%, quindi Asia-Pacifico con il 22%, l’America Latina con il 18%, l’Europa Sud-Orientale con il 12%, l’UE con il 6% e il Nord America con circa il 3%.

Paesi meno corrotti

I paesi, considerati più “cristalllini” del mondo sono Finlandia, Islanda e Nuova Zelanda. Nell’Unione Europea, il settore più colpito è quello della sanità. Negli Stati Uniti, invece, è soprattutto la giustizia al centro delle malversazioni. In Italia, poi, l’indice di corruzione, espresso in un valore da 1 a 5, assegna ai partiti un valore di 4,2, ben al di sopra della media europea di 3,7. Si nota comunque un regresso della corruzione in tutti i settori considerati, rispetto al 2004. In fondo alla classifica troviamo, quasi ovunque nel mondo, i partiti politici ed il sistema legislativo.

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