Ondata di proteste nei Paesi islamici

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Diversi Paesi islamici sono stati teatro di nuove proteste legate alla vicenda delle caricature satiriche su Maometto. In Libano, i manifestanti hanno preso di mira una chiesa cristiano maronita e in Siria sono state date alle fiamme le ambasciate di Norvegia e Danimarca. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Si estende a macchia d’olio nel mondo arabo la protesta per le vignette sull’Islam inizialmente pubblicate in Danimarca e poi in Norvegia e successivamente anche in altri Paesi. Le forze di sicurezza libanesi hanno sparato, stamani, gas lacrimogeni contro un gruppo di manifestanti, almeno 2000, radunati all’esterno dell’ambasciata danese a Beirut. Nel corso degli scontri è stata presa di mira anche una chiesa cristiano maronita. Il ministro della Giustizia libanese, Rizk, ha condannato l’attacco, definito “un’azione inaccettabile”. Le chiese cristiane – ha aggiunto – non hanno nulla a che vedere con le vignette. In Siria, alcuni dimostranti hanno assaltato e incendiato ieri, a Damasco, le ambasciate di Danimarca e Norvegia. Dopo questi episodi, i governi di Copenhagen ed Oslo hanno invitato i cittadini danesi e norvegesi a lasciare al più presto la Siria.

Proteste anche in Turchia e in Libia

Un’altra manifestazione, alla quale hanno preso parte oltre 200 persone, è stata organizzata ieri pomeriggio ad Istanbul, dove i manifestanti hanno bruciato la bandiera danese. Anche a Tripoli hanno protestato centinaia di persone e a Gerusalemme est le bandiere danesi sono diventate tappetini stesi davanti a diversi negozi palestinesi. In Iran, il presidente Ahmadinejad ha ordinato la revisione e l’annullamento dei contratti economici con la Danimarca. Il governo di Teheran ha anche richiamato il suo ambasciatore a Copenhagen. In Giordania è stato arrestato, inoltre, il direttore di un settimanale che aveva pubblicato alcune delle caricature su Maometto. Ma oltre a queste manifestazioni di protesta, giungono anche inviti alla moderazione ed un accorato appello è stato lanciato dal segretario generale dell’ONU. Kofi Annan ha detto di condividere lo sconforto degli amici islamici, la cui fede è stata offesa dalle vignette satiriche, ma ha anche ribadito il diritto alla libertà di parola. Il giornale che per primo ha pubblicato le caricature su Maometto si è scusato e i musulmani – ha spiegato Annan – devono accogliere queste scuse.

Foto:

By Jamie Kennedy [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

 

 

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