Proteste per vignette satiriche su Maometto
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Non si placano le proteste innescate dalla pubblicazione di vignette satiriche su Maometto prima in Danimarca, poi in Norvegia e, successivamente, anche in altri Paesi. Manifestazioni di protesta si sono tenute oggi in Iran, dove poco fa i dimostranti hanno cercato di attaccare l’ambasciata austriaca a Teheran, in Indonesia e nei Territori Palestinesi. Ma l’episodio più grave è avvenuto a Mih-tarlan, città dell’Afghanistan orientale. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
In Afghanistan due persone sono morte quando una violenta manifestazione è degenerata in una sparatoria. Un agente ha riferito che ad aprire il fuoco sono stati ribelli talebani e militanti di Al Qaeda. In Indonesia, il più grande Paese musulmano al mondo, centinaia di persone si sono radunate a Giakarta davanti all’ambasciata danese, chiedendo le scuse dal governo di Copenhagen. Nei Territori Palestinesi, decine di giovani hanno nuovamente attaccato, stamani, l’ufficio di rappresentanza dell’Unione Europea a Gaza. Poco dopo, manifestanti palestinesi hanno assaltato un centro di cultura francese a Nablus.
Dimissioni del ministro dell’Interno in Libano
In Libano, il ministro dell’Interno, Hassan Sabeh, ha rassegnato le dimissioni dopo le dure proteste di ieri a Beirut. Il governo libanese si è scusato, inoltre, con la Danimarca per l’incendio doloso divampato nella sede del consolato danese e costato la vita ad un manifestante. Diversi parlamentari libanesi hanno anche accusato la Siria di essere coinvolta nei tumulti scoppiati, ieri, in un quartiere cristiano di Beirut. Dopo queste violente proteste, il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, ha rivolto un nuovo invito alla moderazione: “Il risentimento – ha detto – non può giustificare la violenza”. Kofi Annan ha anche chiesto a governi, autorità religiose e civili di fare tutto il possibile per ridurre la tensione ed evitare azioni o dichiarazioni che possano ulteriormente esasperare gli animi.
Le proteste terreno fertile per lo “scontro di civiltà”
Il ministro svedese degli Esteri, Laila Freivalds, ha chiesto un‘azione comune di Unione Europea e mondo arabo per porre fine alle violenze e sviluppare una cooperazione più stretta. Un appello congiunto è stato lanciato, infine, dal primo ministro turco, Recep Erdogan, e dal premier spagnolo, José Luís Zapatero. Le proteste – ha detto Erdogan – fanno il gioco di chi cerca “lo scontro fra civiltà”.
Foto:
By Staff Sgt. Brian D. Lehnhardt [Public domain], via Wikimedia Commons