Incontro sul rapporto tra Chiesa e Islam

0
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il rapporto tra “Chiesa e islam in Europa”, “la crescita dell’islamofobia” e l’inserimento “delle comunità islamiche nel quadro legislativo dei singoli Paesi europei”. Sono questi i temi al centro dell’incontro, apertosi ieri a Torino e in programma fino a domani, tra i delegati delle Conferenze episcopali in Europa responsabili per i rapporti con i musulmani. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Aprendo l’incontro, il cardinale Jean–Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e vice presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), ha ricordato che “molti Stati cercano di entrare in dialogo con le differenti comunità musulmane”. “Ma questo sforzo si confronta oggi con una serie di tensioni etiche, nazionali o ideologiche che attraversano queste comunità musulmane”. Il populismo che ha “il vento in poppa in alcune elezioni europee” – ha aggiunto il porporato – si accompagna spesso, anche tra le comunità cristiane, ad un “movimento di rigetto” che unisce tra loro il rifiuto dell’immigrazione e quello dell’islam.

Strumentalizzazione dell’islamofobia

L’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha sottolineato come le ideologie dei movimenti o dei partiti, nei diversi Paesi europei, usino l’islamofobia come “reagente della loro riuscita elettorale”. Resta il non facile compito – ha spiegato il presule – “di pensare, o ri-pensare, il quadro legislativo di convivenza pacifica delle religioni nei diversi Paesi dell’Unione Europea”. E’ compito di uno Stato laico – ha affermato infine mons. Duarte Da Cuhna, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa – garantire che “le religioni e le persone abbiano libertà e sicurezza”. Questo impegno – ha concluso – presuppone “una cultura e una formazione al rispetto per le differenze”.

Intervista con don Andrea Pacini

In Europa, dove i musulmani sono oggi oltre 11 milioni, la convivenza e il confronto non possono prescindere dalla mutua conoscenza. Ma quale è oggi, nell’attuale contesto europeo, lo stato del dialogo tra cattolici e musulmani? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto al segretario della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale regionale Piemonte – Valle d’Aosta, don Andrea Pacini:

R. – In Europa il dialogo tra cattolici e musulmani è particolarmente attivo a livello più organizzato, in particolare, in Francia. In altri Paesi non ci sono incontri di carattere formale ma si tratta, piuttosto, di rapporti che si sviluppano in particolare a livello diocesano miranti a favorire una convivenza locale, almeno sul piano di una mutua conoscenza in una prospettiva di costruire una convivenza di tipo armonico.

Dialogo si basi su mutua conoscenza

D. – Dunque un dialogo basato su una mutua conoscenza. Ma come viene percepito oggi l’islam nei vari Paesi europei?

R. – Io credo che in generale, all’interno dell’Europa, ci siano discrete possibilità per conoscere l’islam sia attraverso i canali universitari sia attraverso lo sforzo della Chiesa perché uno degli obiettivi degli uffici delle varie Conferenze episcopali è proprio quello di promuovere la conoscenza dell’islam nella maniera più adeguata e realistica possibile. Naturalmente, rimane poi la questione di quanto questi sforzi possano incontrare interferenze nell’opinione pubblica o di altre letture, più di carattere ideologico, che possono dare anche disinformazioni.

Il rischio dell’intolleranza

D. – A proposito di questa possibile distorsione dei messaggi che arrivano anche attraverso le immagini di violenze che spesso vediamo oltre il Mediterraneo, come arginare questo rischio che negli europei possa nascere un senso di paura, di intolleranza?

R. – La grande questione è quella di avere un supplemento di cultura che, per un verso, non neghi l’oggettiva pericolosità di queste frange dell’islam radicale attive a livello internazionale e che, per l’altro verso, non cada nell’identificazione di ogni singolo musulmano con queste espressioni che, per quanto reali, sono però anche circoscritte a gruppi particolari.

Cultura della convivenza

D. – Come Chiesa cattolica e comunità musulmana insieme si possono rapportare agli Stati e alle istituzioni europee per costruire la cultura della convivenza?

R. – Credo che sia soprattutto a partire da un impegno concreto su iniziative di promozione umana, caritativa, di valori condivisi, che sia importante che le comunità cristiane e quelle musulmane possano dare prova di questa condivisione di valori comuni. Patrimoni che si iscrivono, più in generale, anche all’interno dei valori fondamentali delle società europee in cui entrambe vivono.

Foto:

By Valdete Hasani [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], from Wikimedia Commons

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *