M.O.: manifestazione sulla spianata delle moschee

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Medio Oriente, dove ieri soldati dello Stato ebraico hanno ucciso tre ragazzi palestinesi, si registra un clima di grande tensione per la manifestazione organizzata a Gerusalemme, sulla spianata delle moschee, da nazionalisti israeliani.  Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Migliaia di palestinesi si sono mobilitati per impedire l’iniziativa dell’estrema destra israeliana contro il ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza. Tra i manifestanti palestinesi, cui è stato impedito l’accesso alla spianata per ragioni di sicurezza, c’è anche un dirigente politico di Hamas in Cisgiordania, Hassan Yussuf. Sulla spianata, dove sono state schierate unità della polizia israeliana, si trova la moschea ‘Al Aqsa’, uno dei luoghi più sacri per i musulmani. In questa stessa area sorgeva due mila anni fa il Tempio di Gerusalemme.

Sempre più complesso il processo di pace israelo-palestinese

Il difficile momento del processo di pace israelo-palestinese è confermato anche da un drammatico episodio di violenza avvenuto ieri nel sud della Striscia di Gaza. Un gruppo di soldati israeliani ha ucciso tre giovani palestinesi nei pressi del campo profughi di Rafah. Secondo fonti palestinesi, i ragazzi sono entrati in una zona militare dello Stato ebraico per recuperare il pallone con cui stavano giocando a calcio. Gli israeliani hanno dichiarato, invece, che i tre giovani sono entrati nell’area interdetta ignorando l’ordine di fermarsi.

Jihad islamica pronta a rispettare la tregua

Il presidente palestinese Abu Mazen, sconvolto dalla tragedia, ha accusato le forze israeliane di aver “violato la tregua concordata in Egitto a febbraio”. Dopo la morte dei tre giovani, la ‘Jihad islamica’ ha reso noto di voler comunque rispettare il cessate il fuoco con Israele. Il gruppo estremista ‘Hamas’ ha rivendicato, invece, gli attacchi a colpi di razzi Qassam contro due insediamenti di coloni ebrei nella Striscia di Gaza. Il premier israeliano Ariel Sharon è partito, infine, alla volta degli Stati Uniti dove domani incontrerà il presidente americano George Bush. Tra i temi previsti in agenda, figurano il ritiro israeliano da Gaza, la riorganizzazione dei servizi di sicurezza palestinesi e i progetti nucleari iraniani.

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