Egitto: strage di copti al Cairo

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Accorato appello del Papa, oggi, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, in seguito alle violenze scoppiate al Cairo, in Egitto, domenica scorsa, in cui sono morti numerosi cristiani copto-ortodossi.

Intervista con fra Kamal William

Dopo la strage del Cairo, vacilla il governo egiziano: voci di dimissioni dell’esecutivo, circolate ieri pomeriggio, sono state successivamente smentite. Dimissioni sono state presentate dal vice premier e ministro delle Finanze, ma sono state respinte dal capo della giunta militare Hussein Tantawi. Oggi, intanto, la commissione elettorale egiziana ha iniziato a ricevere le candidature per il prossimo voto parlamentare, previsto a novembre. Ma come spiegare quanto accaduto domenica scorsa al Cairo? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto a fra Kamal William, ministro della provincia francescana in Egitto:

R. – Tutti cercano di spiegarlo, ma una cosa è strana: come mai proprio in questo momento, in cui ci si sta preparando alle elezioni del Parlamento? Sembra essere una cosa già preparata per far slittare queste elezioni… Un’altra cosa: come mai, poi, quando i cristiani organizzano manifestazioni, c’è sempre uno scontro tra l’esercito e i manifestanti? Una delle donne musulmane, che era insieme con i cristiani per manifestare con loro e rivendicare quello che loro rivendicavano, ha detto che all’improvviso – da dietro – qualcuno ha sparato contro i manifestanti…

Proteste di copti e musulmani

D. – Alla pacifica protesta dei cristiani copti, si sono uniti dunque anche giovani musulmani e molti di loro hanno anche cercato di difendere i fedeli copti…

R. – Questo è sicuro ed è qui il problema. In tutte le manifestazioni che ci sono state durante la rivoluzione del 25 gennaio tutti si aiutavano, tutti si difendevano; i musulmani facevano ‘un cerchio’ per proteggere i cristiani affinché potessero pregare così come facevano i cristiani che portavano l’acqua per le abluzioni per la preghiera musulmana… C’è questa fusione di sentimenti, questo volersi difendere e per questo quello che è avvenuto domenica è inspiegabile: come mai ogni manifestazione dei cristiani si conclude drammaticamente?

Un popolo lacerato

D. – Proprio stamani il Papa ha detto che il popolo egiziano è lacerato dai tentativi di minare la coesistenza pacifica. Una coesistenza – ha aggiunto il Santo Padre – essenziale soprattutto in questo momento di transizione…

R. – Sì, esatto, e io mi chiedo: come mai ogni volta, che si fa un passo in avanti verso le elezioni parlamentari – proprio oggi dovevano cominciare a presentarsi i candidati per le elezioni – accade questo? Come mai proprio in questo momento? Come mai ogni volta che si compie un passo in avanti verso questa transizione pacifica, succede qualcosa? Come mai ogni volta che c’è una manifestazione cristiana finisce sempre in modo drammatico nonostante fra la gente ci sia questo sentimento di convivenza pacifica?

Strategia dell’odio

D. – C’è una convivenza pacifica fra cristiani e musulmani, ma c’è anche una strategia dell’odio …

R. – Questa strategia dell’odio è difficile sradicarla, perché esiste da secoli ed eliminarla del tutto è difficile, specialmente ora che si lotta per ottenere la maggioranza nelle elezioni parlamentari.

Elezioni politiche

D. – A proposito di elezioni politiche che si terranno a novembre in Egitto… Molti esperti temono che alle luci della “primavera araba” a sostegno della democrazia, si possono sovrapporre le ombre del fondamentalismo…

R. – Sì, questa paura c’è, ma la maggior parte degli esperti dicono che i gruppi fondamentalisti non avranno mai la maggioranza, al massimo il 20 per cento. Ma i fondamentalisti musulmani giocano anche sull’ignoranza che c’è nella popolazione.

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