Iraq: vittime per raid Usa a Falluja

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Ancora una lunga striscia di violenze ed orrore in Iraq dove almeno due persone sono morte ed altre undici sono rimaste ferite a causa di raid aerei americani che nelle ultime ore hanno devastato la città di Falluja. Il Ministero della Sanità di Baghdad ha comunicato, inoltre, che nella capitale sono rimaste uccise dieci persone in seguito a violenti scontri, scoppiati nel quartiere sciita di Sadr City, tra forze americane e guerriglieri del leader estremista Moqtada al-Sadr. Ma la situazione più critica resta quella di Najaf. Ce ne parla Amedeo Lomonaco:

La città santa sciita è stata colpita nella notte da un fitto lancio di missili degli elicotteri statunitensi. Secondo il Ministero della Sanità iracheno almeno 77 persone sono morte in seguito ai bombardamenti e ai combattimenti avvenuti nelle ultime 24 ore tra miliziani e soldati americani. Da registrare anche l’ingresso nella città vecchia, in base a quanto riferito dall’emittente televisiva Al Arabiya, delle forze della coalizione. La nuova offensiva statunitense è scattata dopo che il leader radicale sciita, Moqtada Al Sadr, ha manifestato l’intenzione di non volersi arrendere: il giovane imam ieri si è rifiutato di disarmare la sua personale milizia, l’esercito del Mahdi, come richiesto in un ultimatum dal governo iracheno, e ha lanciato stamani un nuovo appello chiedendo ai propri sostenitori di continuare a combattere a Najaf contro le truppe statunitensi e le forze irachene.

Al Sadr ordina la liberazione di un ostaggio

Ha anche invitato i suoi miliziani ad evacuare il mausoleo Alì, dove sono asserragliati. Proprio per la consegna delle chiavi del monumento sono in corso colloqui tra collaboratori del giovane imam e rappresentanti dell’ayatollah Al Sistani, la massima autorità spirituale della comunità sciita irachena. Sul fronte ostaggi, Al Sadr ha ordinato la liberazione di Michael Garen, il giornalista americano rapito lo scorso 16 agosto a Nassiriya. L’Iran e la Siria hanno chiesto, infine, ai Paesi vicini all’Iraq di indire un vertice urgente per affrontare la crisi in corso nella città santa di Najaf drammaticamente segnata dalle violenze.

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