Iraq: dopo Falluja offensiva su Mossul

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Alla seconda settimana di battaglia a Fallujah, i carri armati statunitensi sono penetrati ieri nell’ultimo bastione di resistenza nella parte meridionale della città. Oltre mille i guerriglieri catturati finora, ma gruppi di insorti continuano a bersagliare marines americani e governativi iracheni. Un nuovo fronte, intanto, si è aperto a Mossul, dove si concentrano gruppi di ribelli. Ce ne parla Amedeo Lomonaco:

Dopo Falluja, l’offensiva contro le formazioni di ribelli si è spostata a Mossul. Le operazioni militari sono cominciate dal lato occidentale del fiume Tigri per piegare le ultime sacche di resistenza. E sempre a Mossul, città a maggioranza sunnita, i ribelli hanno attaccato e distrutto tre commissariati di polizia. L’agguato non ha fortunatamente provocato vittime. Ma la guerriglia ha colpito anche in altre aree del Paese. A nord di Baghdad un soldato americano è rimasto ucciso in un attacco perpetrato da insorti. I guerriglieri hanno poi assassinato un camionista turco a Baiji e sabotato un oleodotto a Kirkuk.

Ritrovati 18 cadaveri a sud di Baghdad

A sud della capitale sono stati trovati, inoltre, 18 cadaveri alcuni dei quali decapitati. E mentre si continua a combattere anche a Baquba, l’esecutivo iracheno rende noto che i civili rimasti a Falluja, circa 50 mila, non hanno bisogno di aiuti di emergenza perché nella città non c’è carenza di rifornimenti. Secondo il governo, inoltre, la maggior parte degli abitanti della roccaforte sunnita, dove vivevano oltre 300 mila persone prima dell’inizio dei combattimenti, ha abbandonato la città prima che scattasse l’offensiva delle forze americane e irachene.

Arrestato il vicepresidente del parlamento

Sul versante politico, si deve registrare l’arresto da parte degli americani del vicepresidente del parlamento provvisorio appartenente al partito islamico. Il portavoce dello schieramento politico non ha escluso, in un’intervista rilasciata ad Al Jazeera, che il provvedimento sia legato a “pressioni esercitate sul partito a causa delle dure prese di posizione nazionaliste sugli avvenimenti in Iraq”.

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