Il cardinale Bassetti: la professione medica non diventi una mera ‘prestazione d’opera’

Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews. Inaugurato l’Anno Accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore alla presenza del presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei)

L’importanza del servizio educativo e la cultura della sanità. Sono questi i due temi sui quali il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, ha posto l’accento inaugurando, nella sede romana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’anno accademico. Il porporato ha sottolineato che davanti al “progressivo affievolirsi dei tradizionali riferimenti educativi, dalla famiglia alla scuola fino alle diverse realtà di aggregazione giovanile”, la comunità ecclesiale sente “con maggiore gravità e urgenza la necessità di farsi prossima nei confronti delle nuove generazioni”.

Responsabilità educativa

Papa Francesco, ha detto il presidente della Cei, “non si stanca di esortare i giovani al discernimento, allo slancio generoso, alla creatività e alla santità”. Le sue parole sollecitano tutta la comunità accademica “ad intensificare e rafforzare l’impegno per dare ai giovani gli strumenti e gli ambienti più idonei alla loro crescita umana, cristiana e professionale”. Riferendosi alla cruciale responsabilità educativa, il cardinale Bassetti ha esortato i docenti a promuovere una formazione integrale: “Non deludete i giovani con insegnamenti fatti senz’anima e passione o con stili di vita contraddittori. Se oltre alle competenze scientifiche, saprete trasmettere valori autentici, umani e cristiani, e senso vero dell’esistenza, vi saranno riconoscenti per tutta la vita”.

Cultura sanitaria

Ricordando che il mondo della sanità vive tensioni molto forti e in alcuni casi laceranti, il cardinale Bassetti ha sottolineato che “il tema della sostenibilità della spesa sanitaria diviene ogni giorno più complesso e alimenta la tentazione di rompere quel patto di solidarietà nazionale che fa della sanità uno degli elementi di maggiore equità nel Paese”. “Il rischio di una sanità a più velocità e di servizi differenziati per aree geografiche è già, purtroppo, una triste realtà per molti”. Non meno preoccupante, ha aggiunto il porporato, “è l’affermarsi di una visione radicalmente individualista ed eugenetica dell’esistenza che porta a relativizzare il bene della vita, soprattutto nelle fasi iniziali e in quelle terminali, e oggi anche di fronte a condizioni di vita non ritenute degne o sostenibili”.

Dignità di ogni vita umana

Il recente dibattito attorno a fatti di cronaca e agli interventi della Corte Costituzionale, ha affermato il presidente della Cei, mettono in evidenza “l’assoluta necessità di un confronto culturale e di scelte coerenti in ambito sanitario che sappiano garantire la deontologia della professione medica e nello stesso tempo riconoscere la dignità di ogni vita umana tutelandola dal concepimento al suo termine naturale”. “È davvero alto il rischio di trasformare la professione medica da un esercizio di responsabilità deontologica focalizzato sul servizio alla vita e alla salute ad un’attività di mera ‘prestazione d’opera’ a richiesta del paziente”.  È compito “primario e ineludibile” per un ateneo cattolico, ha osservato il cardinale Bassetti, dare il proprio contributo affinché “l’approccio al tema della sanità avvenga all’interno di una cultura della solidarietà e della collaborazione tra medico e paziente, nell’ottica dell’alleanza terapeutica, evitando di scivolare nelle derive pericolose di una visione eugenetica ed eutanasica, o peggio ancora in quella che Papa Francesco non esita a definire cultura dello scarto”.

Dare spazio ai giovani

Prima del saluto alla comunità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il cardinale Gualtiero Bassetti ha presieduto la Santa Messa. Nell’omelia, il porporato ha spiegato che “occorre avere il coraggio di sapersi proiettare verso le nuove generazioni”. “In una società che invecchia come la nostra – ha detto infine il presidente della Cei – occorre dare spazio alla componente giovanile, entusiasta e portatrice di idee ed energie innovatrici, creando le condizioni perché queste doti possano efficacemente svilupparsi. Occorre creare le condizioni per fare tesoro della sapienza dei padri e degli insegnanti, coltivandola e indirizzandola con serenità e originalità verso nuove, creative forme di bene”.

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