Francesco è arrivato in Iraq, pellegrino di pace nella terra di Abramo

Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Il Pontefice è giunto in una terra ferita da violenze e conflitti dove si auspica che il futuro, come espresso anche dal Santo Padre, possa essere ricco di vie di speranza e di fraternità. L’aereo con a bordo il Papa è atterrato alle 11.58 sulla pista dell’aeroporto internazionale di Baghdad.

Il Papa scende dalla scala che collega l’aereo alla pista. Due bambini in abito tradizionale offrono dei fiori al Santo Padre. Un tappeto rosso con ai lati due file di militari iracheni in uniforme. Un susseguirsi di canti e bandiere irachene e vaticane sventolate da una piccola folla. Sono queste alcune delle prime immagini di Francesco in Iraq. Al suo arrivo, all’aeroporto internazionale di Baghdad, il Pontefice è accolto dal primo ministro Mustafa al-Kadhimi. L’ultimo incontro tra un premier iracheno e un Pontefice risale al 25 luglio 2008, quando Benedetto XVI aveva ricevuto a Castel Gandolfo l’allora premier Nouri al Maliki, che in quella occasione aveva anche invitato il Papa in Iraq. Dopo il breve incontro tra Francesco e il primo ministro iracheno Mustafa al-Kadhimi nella sala Vip dell’aeroporto di Baghdad, il programma del 33.mo viaggio apostolico prosegue oggi con il trasferimento al Palazzo Presidenziale per la cerimonia ufficiale di benvenuto. L’evento successivo, previsto alle 15.45 locali (le 13.45 in Italia), è l’incontro tra il Pontefice e il presidente della Repubblica dell’Iraq, Barham Ahmed Salih Qassim. Il grande salone del Palazzo Presidenziale è lo sfondo di un altro evento: l’incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico. La cattedrale siro-cattolica Sayidat al-Nejat è la cornice dell’ultimo appuntamento in programma in questa prima giornata del viaggio apostolico di Francesco in Iraq. Si tratta dell’incontro, previsto nel pomeriggio, con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i catechisti.

Pellegrino di pace

Il Papa è dunque in Iraq, una terra antica e straordinaria, culla di civiltà. Come ha ricordato nel videomessaggio prima del viaggio apostolico, Francesco è giunto nel Paese del Golfo come pellegrino di pace: “Sì, vengo come pellegrino di pace in cerca di fraternità, animato dal desiderio di pregare insieme e di camminare insieme, anche con i fratelli e le sorelle di altre tradizioni religiose, nel segno del padre Abramo, che riunisce in un’unica famiglia musulmani, ebrei e cristiani”. Un pellegrino che implora dal Signore “perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite”. Francesco in Iraq è un pellegrino di pace in un tempo duramente scosso anche dall’emergenza sanitaria legata al coronavirus: “in questi tempi duri di pandemia – afferma il Papa nel videomessaggio – aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace. Insieme, fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa”.

Il programma del viaggio in Iraq

Dopo la giornata odierna iniziata con l’arrivo all’aeroporto di Baghdad, il viaggio apostolico di Papa Francesco nel Paese del Golfo prosegue domani con la partenza per Najaf e la visita di cortesia, in questa città, al Grand Ayatollah Sayyid Ali Al-Husayni Al-Sistani. Un incontro previsto nella residenza del religioso sciita che si trova all’interno del Santuario dell’Imam ‘Ali, considerato dagli sciiti terzo luogo santo dell’islam. La tappa successiva è Nassiriya, sulle rive dell’Eufrate, per un incontro interreligioso presso la Piana di Ur. Nel pomeriggio, dopo il rientro a Baghdad, l’ultimo evento della giornata è celebrazione della Messa nella cattedrale caldea di San Giuseppe. La giornata di domenica 7 si apre con la partenza per Erbil dove il Papa incontrerà il presidente e il primo ministro della regione autonoma del Kurdistan iracheno. Il programma della giornata di domenica prosegue con la partenza in elicottero per Mosul e la preghiera di suffragio per le vittime della guerra in questa martoriata città sconvolta, negli anni scorsi, dall’occupazione dei miliziani del sedicente Stato islamico. Il successivo trasferimento a Qaraqosh per la visita alla comunità locale, nella Chiesa dell’“Immacolata Concezione”, precede un altro evento in programma ad Erbil: la Santa Messa nello stadio “Franso Hariri”. La giornata del 7 marzo si conclude con il rientro a Baghdad. Lunedì 8 marzo, infine, la cerimonia di congedo e la partenza per Roma.

Prima della partenza per l’Iraq

Prima di partire per Baghdad e lasciare casa Santa Marta, Francesco si è intrattenuto per alcuni momenti con una dozzina di persone accolte dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Cooperativa Auxilium e rifugiatesi in anni recenti in Italia dall’Iraq. Il gruppo era accompagnato dall’Elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewsk. Nel momento di lasciare il territorio italiano, il Papa ha fatto pervenire al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, il consueto telegramma di sorvolo con l’auspicio di prosperità e serenità esteso a tutta la popolazione. In un messaggio inviato al Pontefice, il capo di Stato italiano sottolinea dal canto suo che il viaggio apostolico in Iraq “rappresenta per le martoriate comunità cristiane di quel Paese e dell’intera regione, una concreta testimonianza di vicinanza e di paterna sollecitudine”.  A bordo dell’aereo un immagine molto speciale ha accompagnato il Santo Padre durante il  viaggio verso Baghdad: quella della Vergine di Loreto.

I telegrammi ai capi di Stato dei Paesi sorvolati

Nel momento di lasciare il territorio italiano il Papa ha fatto pervenire un telegramma di saluto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in cui da “pellegrino di pace e di fraternità tra i popoli” ha augurato “serenità e prosperità per il caro popolo italiano”. Telegrammi di saluto anche ai capi di Stato dei Paesi sorvolati: Grecia, Cipro, Palestina, Israele e Giordania. “Prego che Dio altissimo benedica tutti i palestinesi con la pace e il benessere”, ha scritto il Papa. Al presidente e al popolo di Israele la preghiera che Dio onnipotente “benedica tutti con i suoi doni di armonia e pace”.

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