Il Papa in volo verso l’Iraq: l’attesa di un popolo sta per tramutarsi in un abbraccio

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews È iniziato il 33.mo viaggio apostolico nel Paese del Golfo: Francesco ha lasciato l’aeroporto internazionale di Fiumicino diretto a Baghdad, alle 7.45. Circa quattro ore e mezzo di volo prima di toccare una terra tanto amata e desiderata.

Francesco è il primo Pontefice che raggiunge l’Iraq, culla della civiltà tra i fiumi Tigri ed Eufrate, portando la luce del Vangelo e parole di vero amore in una terra dove ancora soffiano venti di guerra. Il 33.mo viaggio apostolico di Francesco all’insegna del motto evangelico “Siete tutti fratelli “, è iniziato questa mattina per concludersi il prossimo 8 marzo. Il volo con a bordo il Pontefice è decollato alle 7. 45 dall’aeroporto di Fiumicino e l’arrivo a Baghdad è previsto per le 14.00 ora locale (le 12.00 in Italia).

Guardare avanti

Il primo viaggio apostolico in un Paese a maggioranza sciita, dilaniato negli ultimi decenni da laceranti conflitti, è anche preceduto da “un pensiero insistente”. Quello del Papa condiviso il 10 giugno 2019 durante l’incontro con i partecipanti all’assemblea della riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali (Roaco). “Un pensiero insistente – ha detto in quell’occasione il Santo Padre – mi accompagna pensando all’Iraq, dove ho la volontà di andare il prossimo anno, perché possa guardare avanti attraverso la pacifica e condivisa partecipazione alla costruzione del bene comune di tutte le componenti anche religiose della società, e non ricada in tensioni che vengono dai mai sopiti conflitti delle potenze regionali”.

Iraq, un Paese nel cuore del Papa

Durante il Pontificato, Francesco ha espresso più volte l’auspicio di una autentica riconciliazione nel Paese del Golfo. Nel messaggio Urbi et Orbi per la Pasqua del 2013, pochi giorni dopo l’elezione come Pontefice, eleva la propria voce chiedendo “pace in Iraq”. Il 25 dicembre del 2013 ricorda le piaghe di quell’amato Paese, “colpito ancora da frequenti attentati”. Un anno dopo, nel messaggio Urbi et Orbi per la Pasqua del 2014, rivolge una speciale preghiera a Gesù: quella di “confortare le vittime delle violenze fratricide” nel Paese arabo. Nel 2015, in occasione degli auguri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Francesco ricorda che “il Medio Oriente è purtroppo attraversato anche da conflitti che si protraggono ormai da troppo tempo e i cui risvolti “sono agghiaccianti anche per il dilagare del terrorismo di matrice fondamentalista in Siria e in Iraq”. Nel 2016, nel messaggio Urbi et Orbi per il Natale,  il Papa auspica che la popolazione irachena, scossa da “efferate azioni terroristiche” possa ritrovare “unità e concordia”. Esattamente un anno dopo, il 25 dicembre del 2017, Francesco pronuncia queste parole: “vediamo Gesù nei bambini dell’Iraq, ancora ferito e diviso dalle ostilità che lo hanno interessato negli ultimi quindici anni”. Nel 2018, rivolgendosi ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il Santo Padre sottolinea che è necessaria la volontà di dialogo perché “le varie componenti etniche e religiose possano ritrovare la strada della riconciliazione e della pacifica convivenza e collaborazione”. Parole che precedono quelle pronunciate nel 2019 durante l’incontro con la Roaco sull’importanza della “partecipazione alla costruzione del bene comune di tutte le componenti anche religiose della società”. Il desiderio espresso dal Papa di visitare l’Iraq, a partire da oggi, diventa un incontro, un abbraccio, una testimonianza.

Il programma del primo giorno in Iraq

Quella odierna è una giornata scandita dai primi incontri. All’arrivo a Baghdad, il primo previsto è quello con il premier iracheno, Mustafa Abdellatif Mshatat, conosciuto come Al-Kadhimi nella sala VIP dell’aeroporto della capitale. Quindi il trasferimento al Palazzo presidenziale per la cerimonia ufficiale di benvenuto e la visita di cortesia al presidente della Repubblica irachena, Barham Ahmed Salih Qassim, nello studio privato del Palazzo. Al termine, il primo discorso ufficiale che il Papa terrà in terra irachena rivolto alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico e subito dopo, quando in Italia saranno le 14.15 circa, il trasferimento in auto sempre a Baghdad, alla cattedrale siro-cattolica di “Nostra Signora della Salvezza”, per l’abbraccio con  i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i catechisti.

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