© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

 Situazione molto tesa in Libano, dove sono ripresi gli scontri tra soldati libanesi e militanti islamici asserragliati nel campo profughi palestinese alle porte di Tripoli. Nel campo, dove prima dell’inizio dei combattimenti erano ospitati circa 40 mila persone, sono rimaste più di 4 mila palestinesi e i miliziani, che non intendono arrendersi, continuano a nascondersi tra i rifugiati. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 Dopo una notte di relativa calma, i militari libanesi hanno nuovamente bombardato postazioni dei militanti islamici, asserragliati nel campo profughi palestinese alle porte di Tripoli. La battaglia è un continuo scambio di colpi a distanza. I soldati, infatti, non possono oltrepassare il perimetro dell’area perché un accordo raggiunto nel 1969 tra Libano e Lega Araba vieta ai militari libanesi di avanzare all’interno di campi profughi dislocati nel Paese dei Cedri. I combattimenti, cominciati lo scorso 20 maggio, hanno provocato finora la morte di oltre 80 persone. Tra le vittime, ci sono anche diversi rifugiati.

La Siria nega di nuovo coinvolgimento nell’omicidio di Hariri

Gli scontri odierni sono scoppiati 24 ore dopo l’approvazione della risoluzione con cui il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha deciso la creazione di un Tribunale internazionale per giudicare i responsabili dell’assassinio, nel 2005, dell’ex premier libanese, Rafik Hariri. Secondo il governo libanese e la maggioranza parlamentare antisiriana, i miliziani arroccati nel campo profughi sono “uno strumento della Siria”. Il governo di Damasco ha comunque sempre negato qualsiasi collegamento con l’omicidio di Hariri e ha avvertito che l’istituzione del Tribunale potrebbe ulteriormente “deteriorare” la situazione in Libano.

Si temono nuovi scontri

Si teme adesso che le violenze possano estendersi a macchia d’olio in tutto il Paese. Scontri armati tra milizie rivali sono già scoppiati, infatti, anche in un altro campo profughi nel sud del Libano. In questo caso, si sono affrontati estremisti del movimento palestinese Al Fatah e integralisti di un gruppo radicale sunnita.

Foto:

By Irish Defence Forces [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

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