Intersos, troppe le crisi nel mondo dimenticate da media e comunità internazionale

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews In occasione dei trent’anni dell’organizzazione umanitaria, il direttore generale Konstantinos Moschochoritis denuncia che “i conflitti sono sempre stati terribili, ma le modalità con cui si combatte in questi ultimi anni hanno un impatto devastante, anche più del passato, per la popolazione civile”.

Il sistema umanitario è preparato per affrontare guerre e disastri in continuo aumento? È questo uno degli interrogativi che si sono posti esperti internazionali, rappresentanti delle Nazioni Unite e di varie ong nel corso del congresso umanitario dal titolo “Disordine globale crescente”, promosso dall’organizzazione Intersos. Un evento che si conclude  nella giornata del 4 novembre presso il Museo MAXXI a Roma e che ha come obiettivo quello di far crescere la consapevolezza dell’opinione pubblica sulle questioni umanitarie. Le popolazioni colpite da crisi e conflitti devono rafforzare il loro ruolo nel rispondere a questi drammi. È quanto sottolinea a Vatican News il direttore generale di Intersos, Konstantinos Moschochoritis, aggiungendo che sono molte le crisi dimenticate e non al centro dell’attenzione mediatica.

Perché questo Congresso e quali sono le finalità?

Questo convegno è un momento di riflessione sull’azione umanitaria. Un’azione che deve adattarsi alle nuove difficoltà di oggi. Quest’anno Intersos compie 30 anni. Per questo anniversario abbiamo pensato di organizzare questo congresso umanitario, per riflettere sulle grandi sfide di oggi per l’azione umanitaria. E questo in un contesto in cui le crisi cominciano e si protraggono e di nuove si aggiungono a quelle già esistenti. Non è un congresso autocelebrativo, ma un evento per parlare dell’azione umanitaria.

Nel mondo ci sono molte emergenze, tanti conflitti, tra cui quello in Ucraina. Quali sono, in particolare, le crisi dimenticate?

Ci sono crisi nei riflettori dei media per un periodo di tempo ma poi spariscono. Altre crisi non riescono mai ad attirare l’attenzione dei sistemi di informazione. Quella della Repubblica Centrafricana, ad esempio, è una crisi che prosegue dagli anni novanta. Anche l’Afghanistan ha i suoi picchi di attenzione, ma ci sono momenti in cui nessuno ne parla. Quella siriana è una situazione drammatica che si protrae da anni, ma l’attenzione si riduce giorno dopo giorno. Le crisi dimenticate sono soprattutto quelle che si registrano nel Continente africano. C’è una mancanza di attenzione da parte dei media e anche da parte della comunità internazionale.

Come i media influenzano l’azione umanitaria?

I media, più che influenzare l’azione umanitaria, possono influenzare la società civile, l’opinione pubblica e anche la politica. I media devono avere un ruolo fondamentale nell’informare sulle crisi, ma anche sulla maniera in cui queste evolvono. I conflitti sono sempre stati terribili, ma le modalità con cui si combatte in questi ultimi anni hanno un impatto devastante, anche più del passato, per la popolazione civile. I civili sono vittime e, a volte, sono anche target.

Guardiamo alla situazione drammatica in Ucraina: come Intersos cerca di essere accanto alla popolazione?

In prima linea e accanto alla popolazione: questo è il nostro modus operandi. Fin dai primi giorni della guerra siamo intervenuti nei Paesi limitrofi, tra cui Polonia e Moldova. Ma siamo intervenuti anche all’interno dell’Ucraina. Insieme con le organizzazioni locali, il nostro staff risponde a questa crisi terribile che provoca enormi sofferenze alla popolazione.

Quali sono le sfide per il futuro dell’azione umanitaria?

Come organizzazioni umanitarie, dobbiamo essere capaci di adattarci ad un contesto che cambia in continuazione. E si devono mantenere, nel nostro intervento, i principi umanitari: la neutralità, l’umanità, l’indipendenza e l’imparzialità. La cosa più importante è quella di mettere al centro dell’azione umanitaria le popolazioni e le comunità. Deve aumentare, molto di più, la capacità di reazione delle popolazioni colpite da una crisi.

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