© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq, un camion imbottito di esplosivo e lanciato da un kamikaze contro una stazione di polizia di Kirkuk ha causato, secondo fonti locali, la morte di almeno 7 persone. Si deve registrare, poi, un nuovo sequestro: nel Kurdistan iracheno è stato rapito un imprenditore russo. E’ inoltre di almeno 105 morti il bilancio complessivo, ma ancora provvisorio, degli attentati condotti ieri a Baghdad, in un mercato rionale, nei pressi di una moschea e davanti all’Università. L’attacco sferrato nelle vicinanze di un campus universitario ha provocato in particolare almeno 60 morti, in gran parte studenti. Sulla sempre più difficile realtà irachena, il servizio di Amedeo Lomonaco:

La gravità della situazione in Iraq è confermata anche dall’ultimo rapporto delle Nazioni Unite: l’ONU ha reso noto, infatti, che nel solo 2006 attacchi, scontri e attentati hanno causato la morte di almeno 34.500 civili iracheni. Si continua a discutere, poi, sui possibili effetti delle condanne a morte, eseguite nei giorni scorsi nel Paese arabo: secondo il presidente americano, George Bush, l’esecuzione dell’ex capo di Stato iracheno, Saddam Hussein, è sembrata “un assassinio per vendetta”.

Bush annuncia rinforzi in Iraq

Bush ha anche ammesso, in un’intervista concessa ad una emittente televisiva americana, che la strategia adottata in Iraq fino alla decisione di inviare rinforzi era destinata ad “un lento fallimento”. Per questo, ha aggiunto il capo della Casa Bianca, saranno inviati rinforzi per aiutare il governo di Baghdad a garantire un’adeguata cornice di sicurezza.

Dopo esecuzione di Saddam si temono insanabili divisioni

Ma i continui scontri tra sciiti e sunniti, l’esecuzione di Saddam Hussein e di suoi due stretti collaboratori, possono alimentare, secondo l’arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Luois Sako, insanabili fratture e portare ad uno sbriciolamento dell’Iraq. Per i cristiani, in particolare, c’è il rischio di vivere in una regione ghetto. La cosa migliore – dichiara mons. Sako in un’intervista rilasciata all’agenzia Asia News – sarebbe quella di  garantire uguale libertà di religione in tutte le aree del Paese arabo.

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