© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq, si intensificano le azioni delle forze della coalizione contro la guerriglia: fonti militari statunitensi hanno reso noto, stamani, che almeno 44 insorti sono rimasti uccisi e 172 sospetti sono stati arrestati nel corso di un’operazione durata un mese e condotta a Ramadi, roccaforte sunnita nell’ovest del Paese. Ma l’arresto più importante è stato effettuato a Baghdad. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il comando militare americano ha confermato la notizia dell’arresto, a Baghdad, di uno dei più stretti collaboratori del leader radicale sciita, Moqtada Al Sadr. Fonti militari precisano che la persona fermata è ritenuta responsabile dell’assassinio di civili, funzionari di governo ed esponenti delle forze di sicurezza irachene. L’arresto rende adesso ancora più probabile, secondo diversi analisti, la cattura di Al Sadr. In un’intervista rilasciata al quotidiano italiano “La Repubblica”, proprio il leader sciita dice di sentirsi braccato. Contro i suoi miliziani – spiega al Sadr – sono pronti a combattere truppe regolari statunitensi, peshmerga curdi e un contingente giordano addestrato in segreto da forze militari americane.

Visita a sorpresa di Robert Gates in Iraq

Al Sadr nega poi di aver assistito all’esecuzione di Saddam Hussein: “Se fossi stato presente – precisa – avrebbero ucciso anche me”. Intanto, il segretario alla Difesa americano, Robert Gates, è arrivato a sorpresa a Bassora, nel sud dell’Iraq, dove è dislocato il contingente britannico. Prima di arrivare in Iraq, Gates si è recato in diversi Paesi del Golfo, nel tentativo di rafforzare le intese con gli Stati alleati e di promuovere la nuova strategia del presidente americano GeorgeBush. Ma negli Stati Uniti il Congresso, composto in maggioranza da democratici, conferma la propria contrarietà all’invio di nuove truppe sottolineando che i costi della guerra in Iraq e in Afghanistan hanno superato i 10 miliardi di dollari al mese. In totale sono stati stanziati, finora, 344 miliardi di dollari.

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