© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Ennesima strage in Iraq: a Baghdad almeno 15 persone, a bordo di un bus partito da un quartiere sciita e diretto all’aeroporto, sono rimaste uccise in seguito ad un agguato compiuto da uomini armati in una zona sunnita della capitale irachena. Secondo il quotidiano statunitense ‘Washington Post’, sono più di 17 mila i civili uccisi negli ultimi sei mesi nel Paese arabo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

I bilanci sulle vittime in Iraq sono sempre più pesanti: il quotidiano americano rende noto che nel solo 2006 sono stati oltre 22 mila gli iracheni uccisi, e non quasi 14 mila come indicato recentemente dal ministero degli Interni di Baghdad. Inoltre, in un’intervista rilasciata al ‘New York Times’, il nuovo comandante americano in Iraq spiega che l’invio di rinforzi statunitensi nell’ambito della nuova strategia annunciata da Bush potrebbe significare la necessità di proseguire l’impegno militare nel Paese arabo “per due o tre anni”.

Ripreso il processo sullo sterminio di 180 mila curdi

Le ferite inferte dal deposto regime continuano poi a dominare la scena politica irachena. Questa mattina è ripreso a Baghdad il processo sullo sterminio di 180 mila curdi, avvenuto tra il 1987 ed il 1988. Sono imputati un cugino di SaddamHussein, noto con il nome di ‘Ali il chimico’, e altri sei ex funzionari del partito Baath. Un portavoce del governo iracheno ha annunciato, inoltre, che la pena capitale inflitta ai due coimputati dell’ex rais, il fratellastro di Saddam Hussein ed un ex giudice, potrebbe essere eseguita in settimana nonostante gli appelli e le pressioni della comunità internazionale. Dall’Arabia Saudita arriva, infine, una inquietante notizia: un ragazzo di dodici anni si è impiccato per imitare l’esecuzione di Saddam Hussein. Nei giorni scorsi sono morti, in circostanze analoghe, un bambino di nove anni in Pakistan ed uno di dieci in Texas.

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