Lateranense: festeggiati 150 anni di istituzione della Facoltà di diritto civile

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Anno accademico 1853-1854: Papa Pio IX istituisce la Facoltà di diritto civile della Pontificia Università Lateranense con l’intento di ridisegnare l’insegnamento del diritto canonico e civile nello Stato Pontificio. A 150 anni da questa storica fondazione, la Lateranense ha celebrato, oggi, tale ricorrenza con un seminario di studi giuridici incentrato sul tema “Libertà religiosa e tolleranza”. Sul significato della giornata di oggi ascoltiamo il rettore della Lateranense, mons. Rino Fisichella:

D. – La celebrazione di oggi vuole saper guardare al futuro, vuole dire che la Chiesa si pone in primo piano a livello della cultura ed anche della formazione giuridica. Desideriamo che questa celebrazione possa ricordare pienamente l’importanza di una formazione globale al diritto che sia capace di vedere e di ispirare delle norme conformi ai principi fondamentali. Principi che si ritrovano nella natura umana e che promuovono una difesa della dignità della persona.

D. – Come salvaguardare oggi, in un mondo drammaticamente segnato dalla violenza, il principio della libertà religiosa?

R. – Il Concilio Vaticano II, quarant’anni fa, emanò il documento, di grande rilievo, “Dignitatis Humanae”. Oggi, lo possiamo leggere davanti alle sfide che sono poste dinanzi a noi. Direi che la tolleranza non è sufficiente, poiché la tolleranza tende a livellare le religioni e a porle tutte sullo stesso piano rischiando di farle diventare delle opinioni. Ma le religioni non sono questo. Rappresentano, in realtà, una visione che si ha sulla vita e il rapporto che si ha con Dio.

Cultura del rispetto

E’ quindi necessario che si entri all’interno dei contenuti che le religioni propongono; è anche necessario che si crei una cultura del rispetto, perché il rispetto ‘vede’ le differenze permettendo che in una società possano essere vissute ed esplicitate diverse religioni senza situazioni di violenza. E lo fa nella dimensione di una conoscenza reciproca che consente una convivenza senza però sottovalutare la verità dei contenuti trasmessi dalle religioni.

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