Giornata mondiale della Sanità sulla sicurezza stradale

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“L’incidente non è fatalità”. E’ questo il tema dell’odierna Giornata mondiale della Sanità dedicata alla sicurezza sulle strade e volta a promuovere la prevenzione degli incidenti che costituiscono, attualmente, l’11.ma causa di morte e invalidità. Ogni anno gli infortuni stradali causano nel mondo, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, la morte di oltre 1.200.000 persone provocando, oltre al dramma umano,  un costo complessivo, per l’economia mondiale, di circa 500 miliardi di dollari. Sui dati relativi agli incidenti stradali in Europa, ascoltiamo il direttore tecnico dell’Oms Europa, Roberto Bertollini.

Ci sono 127 mila morti l’anno, come se cadesse ogni giorno un jumbo jet. Di questi, un terzo sono ragazzi tra i 5 ed i 29 anni.

All’interno dell’Europa quali sono i Paesi più colpiti?

I Paesi baltici, Lituani e Lettonia, ma anche la Federazione Russa, la Moldavia. Tra i Paesi occidentali, invece è la Grecia.

I fattori di rischio principali?

Il singolo fattore di rischio principale è la velocità, a cui spesso si aggiunge anche la guida in stato di ebbrezza o sotto l’influenza delle droghe. A questo vanno poi aggiunti altri elementi come il non uso delle cinture oppure il non uso del seggiolino per i bambini o del casco per coloro che vanno in motocicletta; ed ancora le condizioni di manutenzione della viabilità stessa ed anche delle condizioni di contenimento della velocità nelle aree urbane.

Quali allora le priorità per arginare questo drammatico fenomeno?

Anzitutto è necessario cambiare la mentalità. Bisogna cominciare a considerare gli incidenti un fatto evitabile ed inaccettabile. Una volta fatto questo è necessario intervenire nei vari settori. A questo vanno aggiunte delle norme di controllo di comportamenti pericolosi, che vanno però applicate in maniera rigida e continuativa.

In Italia, dove ogni anno sono circa 7500 le persone che muoiono a causa di incidenti, si deve registrare, recentemente, una progressiva diminuzione degli infortuni stradali. Ma quali sono le cause di questa tendenza positiva? Risponde il direttore del reparto di metodologie e modelli biostatistici dell’Istituto Superiore di Sanità, Franco Taggi:

Ultimamente abbiamo dei risultati piuttosto confortanti indotti, verosimilmente, dalla patente a punti e soprattutto dalla paura di perdere i punti. Bisognerebbe in qualche modo, che alcuni comportamenti prendessero corpo e vitalità non solo perché c’è una legge che toglie i punti ma perché è il buon senso che lo consiglia.

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