Iraq: voci sulla sorte di due volontarie

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Continua con una stridente alternanza di angoscia e speranza l’attesa per la sorte di Simona Pari e di Simona Torretta.  Dopo la recente pubblicazione di due messaggi su internet, che ne rivendicavano l’uccisione, il quotidiano del Kuwait ‘Al Rai al Aam’, ha scritto ieri che le due volontarie italiane rapite nel Paese arabo sono vive ed in buone condizioni di salute. E sulla loro drammatica vicenda emergono nuovi particolari. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

I rapitori delle due operatrici umanitarie non accetteranno alcuna mediazione se l’Italia non si ritirerà dall’Iraq. Le due ragazze stanno bene fisicamente ma sono provate psicologicamente. I due collaboratori iracheni dell’associazione ‘Un ponte per’ sequestrati con Simona Pari e Simona Torretta svolgono l’importante ruolo di traduttori e consentono un contatto diretto con i due ostaggi. Sono questi gli elementi più rilevanti dell’articolo pubblicato oggi in prima pagina dal quotidiano kuwaitiano, che sostiene di essere in contatto con fonti fidate e ben informate.

Il governo egiziano chiede aiuto a religiosi sunniti

Sempre sul fronte ostaggi, il governo del Cairo ha chiesto aiuto ai religiosi sunniti per tentare di salvare la vita di sei egiziani recentemente rapiti dalla guerriglia. La società Orascom, per la quale lavoravano, si è offerta inoltre di pagare un riscatto per ottenerne il rilascio. Sul terreno, almeno quindici persone hanno perso la vita in tre distinti raid compiuti, nelle ultime ore, dalle forze americane su Falluja per colpire i fedelissimi di Abu Mussab al Zarqawi, il giordano ritenuto il braccio operativo di al Qaeda in Iraq.

Attacco a Latifiya

L’ultimo attacco è stato condotto nel cuore della notte e tra le vittime di questi raid ci sono anche donne e bambini. Altre dieci persone sono rimaste uccise ieri in un attacco a Latifiya, a sud di Baghdad, contro un convoglio di autocisterne che trasportavano petrolio. Fonti militari statunitensi hanno dichiarato, infine, che giovedì scorso le forze della coalizione hanno arrestato, nella regione di Baquba, un generale della guardia nazionale irachena, accusato di aver intrecciato legami con i ribelli.

 

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