Vicenda Alcoa. Appello del vescovo di Iglesias

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il governo intervenga per scongiurare la chiusura dell’Alcoa di Portovesme, in Sardegna. Questo l’appello del vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda, che ripone le sue speranze nell’incontro in programma il prossimo 31 agosto al Ministero del lavoro per definire, tra l’altro, la questione degli ammortizzatori sociali dei lavoratori. Sono a rischio 500 posti di lavoro e il futuro di aziende legate all’attività industriale dell’Alcoa. Ascoltiamo mons. Giovanni Paolo Zedda, intervistato da Amedeo Lomonaco:

R. – La speranza più grande è che, a livello governativo, ci sia un’attenzione maggiore per quanto riguarda le possibilità di soluzione, che sembrano esserci. Sono chiaramente legate anche ad impegni a livello governativo e quindi senz’altro non facili da affrontare e da superare, ma è sperabile che ci si riesca.

Vicenda Alcoa e globalizzazione

D. – La vicenda dell’Alcoa ed anche dei suoi lavoratori si inserisce in un contesto ben più ampio, quello della globalizzazione. In questo senso, bisogna saper cogliere le sfide conciliando, però, anche le esigenze dei lavoratori …

R. – Sicuramente, però, c’è da fare i conti comunque anche con la mentalità degli imprenditori, che nemmeno possono essere disattenti alle “convenienze”. Questa è purtroppo la realtà, ed è una realtà da tener presente. Certamente, anche l’imprenditore ha delle responsabilità nei confronti degli azionisti e di tutta l’azienda. Certo, questo conflitto deve trovare soluzioni diverse, e non sono facili da trovare. Ci vuole senz’altro molta prudenza, molta pazienza anche da parte del mondo operaio. Il problema più grande in questo momento, anche nell’ambito della questione Alcoa, più che per quanto riguarda i lavoratori diretti – che in qualche modo hanno una certa copertura sociale – è soprattutto per quanto riguarda le piccole aziende dell’indotto. Si trovano senz’altro in una difficoltà molto maggiore, senza possibilità di cassa integrazione, senza possibilità di altri strumenti.

Voragine economica

D. – Ecco, infatti, secondo alcune stime la chiusura dell’Alcoa e dei suoi fornitori esclusivi aprirebbe una voragine economica: da un giorno all’altro, meno 27% del reddito industriale provinciale e meno 10% degli occupati della provincia di Carbonia-Iglesias …

R. – E’ per questo che all’inizio parlavo di una attenzione più forte anche da parte dei responsabili del governo, perché il problema più grosso è il problema del prezzo dell’energia, anche per quanto riguarda altre aziende o altre imprese che volessero essere disponibili ad assumersi la responsabilità di questa azienda. Chiaramente, con prezzi dell’energia alle stelle, diventa difficile sostenere poi anche tutto il lavoro. Speriamo che nell’incontro che sembra essere previsto per il 31, ci possa essere anche un bagliore di speranza in più.

Bagliori di speranza

D. – A proposito di bagliori di speranza, quale l’impegno della Chiesa in questo momento di grande preoccupazione, incertezza per il futuro?

R. – L’impegno della Chiesa è chiaramente collegato con l’impegno umano, quindi anche con l’attenzione ai problemi che i cristiani, come tutte le altre persone del nostro territorio, stanno affrontando. E’ certamente un’attenzione di preghiera, anche di raccomandazione, di attenzione a non lasciarsi prendere dalla preoccupazione smodata o dal trovare modalità di lotta che non siano anche attente alla legalità e anche al rispetto per tutti. E’ una fatica che forse all’esterno non si vede, perché non facciamo niente di esteriore, di eclatante; però c’è questo impegno, da parte delle comunità parrocchiali e da parte di tutta la comunità diocesana.

Foto:

By Robert Ashworth from Bellingham, WA., USA [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

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