Vertice Onu su nucleare iraniano

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La questione nucleare iraniana è stata al centro del vertice tenutosi ieri a Berlino, al quale hanno partecipato delegazioni dei 5 membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU e della Germania. Durante l’incontro, sono stati indicati due possibili scenari: l’isolamento dell’Iran con l’adozione di sanzioni o il ritorno al tavolo delle trattative. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Nel braccio di ferro tra Nazioni Unite e Iran torna a prendere corpo l’ipotesi di misure restrittive contro il governo di Teheran: durante il vertice di Berlino, il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha proposto esplicitamente l’introduzione di sanzioni. La proposta statunitense, sostenuta secondo la stampa da alcuni Paesi europei, è stata respinta invece da Cina e Russia. Le misure restrittive, presentate da Washington, riguarderebbero il blocco dei visti di ingresso per gli esponenti del governo di Teheran e, probabilmente, anche il congelamento dei loro beni all’estero.

La ferma posizione degli Usa

L’inasprimento della posizione americana, confermata da fonti del dipartimento di Stato, arriva in un momento in cui la disputa tra ONU e Iran sul programma nucleare iraniano assomiglia sempre di più ad una partita a scacchi. I cinque membri del Consiglio di sicurezza, confermando la risoluzione delle Nazioni Unite emanata mercoledì scorso, hanno lanciato, infatti, un ultimatum alla Repubblica islamica: entro 30 giorni, l’Iran deve sospendere qualsiasi progetto finalizzato all’arricchimento dell’uranio. Si chiede inoltre al governo di Teheran di aprire le porte dei suoi impianti agli ispettori dell’Agenzia internazionale atomica (AIEA) e di tornare al tavolo delle trattative per trovare una soluzione diplomatica.

Reazione immediata di Teheran

La successiva mossa iraniana è stata secca e immediata: “Non accettiamo l’ultimatum, andremo avanti con il nostro programma”, ha detto il rappresentante di Teheran all’AIEA. Ma dietro questa facciata intransigente, emergono toni e sfumature. Posizioni che rendono la partita aperta e un compromesso possibile. L’Iran ha avanzato, infatti, la proposta di un consorzio regionale. Lo scopo è di regolare il controverso processo dell’arricchimento dell’uranio. Il ministro degli Esteri, Manouchehr Mottaki, ha dichiarato che Teheran non utilizzerà il petrolio come leva politica. Il direttore dell’AIEA, El Baradei, ha detto infine che la Repubblica islamica non costituisce “una minaccia immediata”. E si è espresso contro eventuali sanzioni.

Foto:

DnTrotaMundos ☮ [CC BY 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0)], via Wikimedia Commons

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