© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

“Sono molto contento di trovarmi in Italia e grato a chi si è adoperato per la positiva soluzione della mia vicenda”. Lo ha detto al suo arrivo in Italia Abdul Rahman, l’uomo che in Afghanistan rischiava la pena di morte per essersi convertito al Cristianesimo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Abdul Rahmann è arrivato nella notte in Italia. Lo ha reso noto il capo dell’esecutivo italiano, Silvio Berlusconi, aggiungendo che l’uomo è ospitato in un luogo segreto ed è protetto con adeguate misure di sicurezza. Il Consiglio dei ministri ha concesso, inoltre, l’asilo politico a Rahman, che in Afghanistan ha rischiato la pena di morte per apostasia, ovvero per aver rinnegato l’Islam. L’operazione per portare l’afghano in Italia, alla quale ha partecipato anche la missione dell’ONU nel Paese asiatico, si è svolta rapidamente per motivi di sicurezza. Poco prima della partenza di Rahman dall’Afghanistan, il Parlamento di Kabul aveva criticato, infatti, la decisione della magistratura di liberare l’uomo e aveva chiesto di impedirne la partenza.

La questione della libertà religiosa

Il suo caso ripropone la complessa questione della libertà religiosa anche nell’Afghanistan post-taleban. Separato dalla moglie, Rahman era stato arrestato lo scorso mese, dopo che la famiglia di lei lo aveva denunciato per apostasia. La sua conversione al Cristianesimo risale a 16 anni fa, quando l’uomo ha lavorato in Pakistan con un’associazione cattolica impegnata nell’assistenza ai profughi. Dopo il suo rientro in Afghanistan, avvenuto nel 2002, sono seguiti prima il provvedimento di arresto, poi la condanna a morte e quindi la liberazione. La vicenda di Rahman ha sollevato vibrate proteste in diversi Paesi. Lo scorso 25 marzo Benedetto XVI aveva chiesto il suo rilascio con un messaggio rivolto al presidente afghano, Hamid Karzai. Il giorno dopo, Karzai aveva annunciato l’imminente scarcerazione. Adesso Ramahn, che appena arrivato in Italia ha detto di essere “felice” e “grato”, ha dichiarato di vivere questo momento con serenità anche perché sorretto da una “forte fede cattolica”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *