Sinodo, card. Cupich sugli abusi: necessaria la trasparenza

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© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – Intervenendo alla conferenza stampa a chiusura della terza settimana di lavori del Sinodo, il cardinale Blase Joseph Cupich ha sottolineato che sul tema degli abusi “c’è bisogno di trasparenza”.

Per i casi di abusi sessuali compiuti da membri della Chiesa “c’è molta rabbia, ma anche molta tristezza”. E’ quanto ha affermato il cardinale Blase Joseph Cupich, arcivescovo di Chicago (Stati Uniti), partecipando oggi alla conferenza stampa a conclusione dei lavori sulla terza parte dell’Instrumentum laboris della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. E’ necessario, ha detto, essere trasparenti: “Se chiediamo ai giovani di essere trasparenti, noi stessi – ha dichiarato il porporato – dobbiamo essere responsabili e trasparenti”. “Se ci fossero accuse contro di me – ha aggiunto – vorrei che si indagasse”.

Essere vescovi responsabili

Il cardinale Blase Joseph Cupich ha poi ricordato che a febbraio si terrà l’incontro, voluto da Papa Francesco, al quale parteciperanno vescovi provenienti da tutto il mondo. Sarà incentrato proprio sulla piaga degli abusi. Il Papa, ha sottolineato il cardinale Cupich, ha convocato questa riunione perché qualcosa venga fatto. I risultati, ha affermato, ci saranno. Tutti noi pastori dobbiamo essere responsabili.

Non bastano solo le scuse

Mons. Peter Andrew Comensoli, arcivescovo di Melbourne (Australia), ha poi ricordato che dal primo giorno del Sinodo si è parlato del tema degli abusi sessuali. Si è ribadito che è importante non solo scusarsi. Ma sono fondamentali le azioni ed è anche necessario ascoltare: “L’importante – ha affermato – non è tanto la parola di scuse o il riconoscimento delle colpe commesse, ma una prassi migliore per scongiurare che casi del genere si ripetano in futuro”.

Giovani preoccupati per il loro futuro

Nel suo intervento, il cardinale Blase Joseph Cupich ha anche spiegato che durante il Sinodo è stato ribadito che molti giovani sono preoccupati per il loro futuro: temono che le decisioni prese a livello mondiale possano mettere a rischio le loro prospettive di vita. A noi rappresentanti della Chiesa, ha detto l’arcivescovo di Chicago, ci viene chiesto di “parlare in modo franco ai leader del mondo”.

Il Sinodo è formativo

Il cardinale  John Ribat, arcivescovo di Port Moresby (Papua Nuova Guinea), ha dichiarato che il Sinodo è un grande momento per capire cosa avviene oggi nel mondo. Ascoltare i giovani, ha affermato, è una esperienza molto formativa. Ascoltare i giovani esprimersi con il loro linguaggio, ha aggiunto il porporato, è una benedizione.

Migrazioni

Soffermandosi sul tema delle migrazioni, il cardinale Ribat ha poi detto che deve essere garantito il diritto a rimanere nei propri Paesi di origine. Ma per tutelare questo diritto, ha proseguito, bisogna sconfiggere la povertà, la disoccupazione e tutte le criticità che spingono i giovani e le persone a migrare.

Nella Chiesa sono tutti benvenuti

Mons. Alain de Raemy, vescovo ausiliare di Losanna, Ginevra e Friburgo, ha affermato che la Chiesa accoglie tutti. Nessuno è escluso. Tutti sono i benvenuti. Intervistato da Vatican News, mons. Alain de Raemy sottolinea inoltre che con Gesù il cammino è sempre possibile. La via della misericordia, aggiunge, cambia la vita. Durante i lavori del Sinodo è stato affrontato anche il tema dell’omosessualità. E’ importante, sottolinea il presule, avere un atteggiamento di accoglienza. “Io – afferma mons. Alain de Raemy – conosco tante persone omosessuali che mi hanno chiesto di capire cosa vuol dire per loro, concretamente, vivere il Vangelo. Non vogliono essere rappresentati solo dai movimenti Lgbt. Vogliono che la Chiesa si occupi di loro come credenti”.

Martedì verrà presentato il progetto del documento finale

Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, ha infine reso noto che martedì prossimo sarà presentato il progetto del documento finale. Successivamente sarà anche possibile, da parte dei Padri sinodali, avanzare proposte di modifica. Ruffini ha infine ricordato che oltre alla commissione impegnata nella redazione del documento finale, è al lavoro anche la commissione incaricata di elaborare la lettera da rivolgere a tutti i giovani del mondo.

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