Sicilia, Settimana liturgica nazionale
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Offrire percorsi qualificati per tradurre in indicazioni esistenziali e spirituali la ricchezza dell’anno liturgico. E’ la finalità della 63.ma Settimana liturgica nazionale, in programma a partire da oggi e fino al 31 agosto a Mazara del Vallo. L’edizione di quest’anno, promossa dal Centro di Azione Liturgica in collaborazione con la diocesi di Mazara del Vallo, è incentrata sul tema “L’anno liturgico: pellegrini nel tempo. Itinerario educativo alla sequela di Cristo”. Sulla dimensione pedagogica dell’anno liturgico si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, il presidente del Centro di azione liturgica, mons. Felice di Molfetta:
R. – E’ proprio dell’anno liturgico, come è anche compito della Chiesa, quello di assolvere questo precipuo e nativo compito pastorale che è quello di essere luogo e strumento permanente di educazione alla fede, nonché struttura celebrativa che consente una esposizione continua e progressiva del piano salvifico di Dio.
Salvezza
D. – Per un cristiano il tempo, quindi, non è un mero contenitore cronologico semplicemente da riempire con una successione di riti, ma appunto strumento di salvezza…
R. – Il Verbo, facendosi carne, ha assunto il tempo come lo spazio e ha fatto suo tutto quello che è l’itinerario umano sicché noi, vivendo nel tempo e con il tempo, santificato da Lui che davvero è Signore del tempo, siamo messi in grado di riscattare il “metus temporis” – la paura del tempo – per farlo diventare “kairòs”, cioè luogo pieno di questa presenzialità dell’opera salvifica che, attraverso i segni sacramentali, attraverso la Parola, attraverso gli eventi liturgici, vengono resi presenti alla nostra Storia.
Anno liturgico
D. – Come vivere l’anno liturgico per incastonarlo in un itinerario, in un cammino nel tempo veramente sulle orme di Gesù?
R. – Attraverso quell’”oggi” che noi celebriamo nel mistero dell’Eucaristia, la forza dei suoi eventi diventa la stessa nostra forza di salvezza. Cioè, i tesori di grazia che Lui ha raccolto in sé, diventano per noi sorgente di salvezza. San Bernardo dice che compito della Chiesa è “aperire mysteria”, cioè mettere i fedeli in condizione di entrare in questi eventi. E lui aggiunge: questo “aperire mysteria” è come l’atteggiamento di una mamma che intende rompere il guscio delle noci per farne gustare il gheriglio ai propri figli. C’è quindi una sinergia tra ciò che Gesù Cristo ha compiuto e ciò che la Chiesa continua a compiere, in questa dinamica spaziale e temporale. E perciò, a cominciare dalla domenica, che è il fulcro di tutto l’anno liturgico, noi siamo presi per mano e condotti a entrare in questa realtà del mistero, unico e sempre identico: la Pasqua del Signore, da cui scaturiscono tutti gli altri eventi.
Mare nostrum
D. – La Settimana liturgica è approdata, dopo l’esperienza della scorsa edizione a Trieste, sulle rive del Mediterraneo, in Sicilia. Anche la Chiesa è impegnata nel restituire al “Mare nostrum” la connotazione di “mare di Dio” in quanto culla delle tre religioni monoteiste…
R. – Questo è un impegno che la diocesi di Mazara del Vallo ha inteso portare avanti. Tenuto conto che Mazara del Vallo è una diocesi di frontiera, l’essere approdati a livello di Settimana liturgica nazionale, significa entrare anche in questo respiro mediterraneo dove il senso dell’annuncio diventa condivisione, attenzione all’altro, comunione. Quindi, è un progetto che il Centro di azione liturgica ha fatto proprio con questa Settimana. Anche perché l’anno liturgico non è soltanto annuncio di un evento, ma ciò che l’annuncio comporta è la realizzazione anche di ciò che Gesù ha compiuto. Perciò, il fedele che si lascia guidare dal cammino dell’anno liturgico, entra anche in questa dimensione dialogica, di solidarietà e di condivisione con le varie realtà che un territorio mette sotto gli occhi di tutti.