Quattro anni fa il Papa in Chiapas chiedeva perdono ai popoli indigeni
Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews. Sono passati quattro anni dalla Santa Messa presieduta da Francesco con le comunità indigene del Chiapas. Le parole pronunciate in quell’occasione dal Papa si intrecciano con l’Esortazione “Querida Amazonia” pubblicata il 12 febbraio.
Nell’Esortazione apostolica post-sinodale “Querida Amazonia”, Papa Francesco rinnova l’invito ad impegnarsi per la tutela dei diritti dei popoli originari. “L’interesse ad avere cura dei valori culturali dei gruppi indigeni – si legge nel documento – dovrebbe appartenere a tutti, perché la loro ricchezza è anche la nostra”. Ascolta il servizio con la voce del Papa:
È una sollecitudine, quella di Francesco per i popoli indigeni, che unisce vari momenti del Pontificato. Uno di questi si è vissuto esattamente quattro anni fa, il 15 febbraio del 2016. È il giorno in cui il Papa presiede la Santa Messa con le comunità indigene del Chiapas. In questa regione, abitata da 12 popolazioni originarie, si respira l’anima multiculturale del Messico.
Il Papa chiede perdono agli indigeni
Nel centro sportivo municipale di San Cristóbal de Las Casas, sono oltre centomila i fedeli che accolgono il Pontefice tra colori, canti e musiche. Le letture vengono pronunciate nelle lingue indigene e, per l’occasione, il Pontefice consegna un Decreto che autorizza l’utilizzo di questi idiomi nella liturgia. Un momento di grande intensità durante la Messa è la preghiera dei fedeli pronunciata in lingua locale da un rappresentante indio. Nell’omelia, il Papa chiede perdono per le ferite inferte a questi “popoli” che molte volte, “in modo sistematico e strutturale”, sono stati “incompresi ed esclusi dalla società”:
“Alcuni hanno considerato inferiori i loro valori, la loro cultura e le loro tradizioni. Altri, ammaliati dal potere, dal denaro e dalle leggi del mercato, li hanno spogliati delle loro terre o hanno realizzato opere che le inquinavano. Che tristezza. Quanto farebbe bene a tutti noi fare un esame di coscienza e imparare a dire: perdono! Perdono, fratelli! Il mondo di oggi, spogliato dalla cultura dello scarto, ha bisogno di voi!”.
La globalizzazione non sia colonialismo
Il viaggio di Papa Francesco in Chapas si intreccia con altre dense pagine legate ai popoli indigeni, come quella vissuta il 19 gennaio del 2018 a Puerto Maldonado, in Perù. Francesco incontra i popoli dell’Amazzonia e apre il cammino in vista del Sinodo per la regione Pan-amazzonica. Il frutto di questo grande evento, tenutosi dal 6 al 27 ottobre scorsi in Vaticano, è l’Esortazione apostolica post-sinodale. Quelli indigeni sono popoli da tutelare e valorizzare. “Non possiamo permettere – si legge nella “Querida Amazonia” – che la globalizzazione diventi un nuovo tipo di colonialismo”.