Archivi su Pio XII, il cardinale de Mendonça: sono benvenuti tutti gli studiosi
Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews. Verranno tolti il 2 marzo i sigilli degli archivi della Santa Sede sul pontificato di Papa Pio XII, dal 1939 al 1958. Interviste con il cardinale Josè Tolentino de Mendonça e il dottor. Johan Ickx.
“La Chiesa non ha paura della storia, ma affronta la valutazione degli studiosi con la certezza che sia compresa la natura del suo operato”. Lo ha detto il cardinale Josè Tolentino de Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, partecipando questa mattina nella sala stampa della Santa Sede, ad un incontro con i giornalisti sull’apertura, il prossimo 2 marzo, degli archivi della Santa Sede sul pontificato di Pio XII.
Archivi aperti a studiosi di tutto il mondo
Si sono prenotati già più di 150 studiosi da tutto il mondo. Diverse richieste, ha reso noto mons. Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano, “sono arrivate dal mondo ebraico e israeliano”. “Noi crediamo – ha spiegato monsignor Pagano – che i documenti nuovi che si aprono in diversi archivi della Santa Sede siano in grado di chiarire meglio, approfondire e contestualizzare diversi aspetti del pontificato”.
La Chiesa non ha paura della storia
L’accesso agli archivi consente di far luce non solo sul Pontificato di Pio XII ma anche su pagine di storia segnate dalla guerra e dal difficile periodo successivo al secondo conflitto mondiale. “Mettendo a disposizione degli studiosi questo ‘corpus’ di documenti – ha detto il cardinale Josè Tolentino de Mendonça – la Chiesa segue una linea di secolare condivisione con gli studiosi senza preclusioni ideologiche, di fede o nazionalità. Tutti sono benvenuti”. Su Questa apertura degli archivi sul pontificato di Papa Pacelli, sottolinea il porporato, ha un grande valore:
R. – Ha un valore grande. È nella tradizione della Chiesa l’apertura della sua documentazione agli studiosi. Papa Francesco si colloca chiaramente in questa linea. L’anno scorso ci ha ribadito che la Chiesa non ha paura della storia e questo desiderio di trasparenza, di apertura, di ricerca della verità è una matrice nel suo pontificato.
A proposito di verità, è un errore limitare il pontificato di Papa Pio XII solo alla questione cosiddetta dei silenzi?
R. – Quello di Papa Pio XII è stato il secondo pontificato più lungo del novecento, dopo quello di san Giovanni Paolo II. Un pontificato così vasto attraversa tanti periodi e tante questioni. Sicuramente, il dramma della questione ebraica e della Shoah è molto rappresentato ma ci sono tante questioni della vita interna della Chiesa, dei rapporti con gli Stati, della ricostruzione dopo la guerra. Tanta documentazione che testimonia la presenza e la fedeltà della Chiesa a Gesù nel tempo e nella storia. C’è una documentazione molto ampia. Nell’archivio è presente anche una documentazione importante che si riferisce a tutta l’opera di carità che Papa Pio XII ha promosso in quel tempo. Ci sono parecchi esempi del rapporto con il mondo ebraico.
L’impegno della Chiesa durante la seconda guerra mondiale
Dagli archivi emerge anche l’impegno di Papa Pio XII e della Chiesa in favore di persone colpite dalla tragedia della guerra. Lo ha ricordato il dottor. Johan Ickx, dell’Archivio Storico della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato:
R. – In quel periodo, in tutta Europa sono stati massacrati ebrei e non ebrei e cattolici, perseguitati dal nazismo prima e dal bolscevismo in seguito. Il Papa ha prima di tutto una cura per la Chiesa, per i fedeli, per i battezzati. Questo è anche quello che può fare. Ma si vede che la Chiesa durante il Pontificato di Pio XII prende una forma molto più ampia, molto più universale.
Ci sono anche documenti che attestano proprio questa opera in favore di persone salvate grazie all’opera di Pio XII …
R. – Si può immaginare che qualcosa ci sarà, anche se naturalmente le persone aiutate, spesso poi spariscono. La stessa cosa accade anche oggi. Le persone vengono aiutate, poi iniziano una vita altrove e non pensano più al passato, anzi non vogliono pensare al passato, perché è stato un periodo brutto e buio. Anche questo è un dato di fatto: molte delle persone che sono state aiutate della Santa Sede in quel periodo, probabilmente, non sono più tornate a ringraziare.
Grazie a questi archivi, però, c’è la possibilità di tracciare l’opera promossa dalla Chiesa…
Sì, almeno si possono conoscere i loro nomi o quello che è stato fatto per loro.