© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq dieci persone sono rimaste uccise in seguito a violenti scontri avvenuti stamani tra ribelli iracheni e truppe statunitensi nella città sunnita di Ramadi. E a Suwayrah, nei pressi di Baghdad, l’esplosione di una bomba ha causato la morte di almeno due persone. La polizia irachena ha riferito inoltre che, nel nord del Paese, sono stati trovati i corpi decapitati di tre uomini arabi. Proseguono intanto gli sforzi per ottenere la liberazione dei 4 volontari dell’associazione “Un ponte per” rapiti nel Paese arabo. Ce ne parla Amedeo Lomonaco:

Questa mattina centinaia di persone hanno marciato nel centro di Baghdad chiedendo la liberazione delle volontarie Simona Pari, Simona Torretta e di altri due collaboratori tenuti in ostaggio. Il presidente italiano, Carlo Azeglio Ciampi, si è rivolto, inoltre, direttamente ai sequestratori invocando con forza il rilascio delle due ragazze. E dall’aula del Parlamento il leader dei Ds, Massimo D’Alema, ha lanciato un appello al governo iracheno e alle forze della coalizione affinché si sospendano i bombardamenti che “non aiutano a trovare un clima adatto per il negoziato teso a salvare le persone tenute in prigionia”.

Liberazione delle due volontarie chiesta da leader di Al Ansar

A chiedere la liberazione delle due operatrici anche Radi Al Ayashi, ritenuto il leader della cellula di ‘Al Ansar’ che ha reclutato, tra Italia e Germania, decine di giovani combattenti. “Nel nome di Allah, nel nome dell’onnipotente unico Dio – scrive – liberate le due ragazze italiane. Il loro rapimento non è una cosa ammissibile nell’Islam”. Sul fronte ostaggi, da rimarcare anche che una società di Amman per la quale lavora un giordano, recentemente sequestrato della guerriglia, ha deciso di lasciare l’Iraq per salvare la vita dell’uomo. E l’Australia ha inviato inoltre, nel Paese arabo, una squadra speciale per liberare due guardie di sicurezza australiane rapite da un gruppo di estremisti che hanno rivendicato il rapimento con un comunicato.

Rilasciati 750 detenuti

Ma sull’attendibilità di questo messaggio ci sono ancora molti dubbi. Sul versante politico, il presidente dell’Iraq, Ghazi Al Yawar, incontrando ieri a Bruxelles il segretario della Nato, Jaap De Hoop Scheffer, ha chiesto un maggiore impegno dell’Alleanza Atlantica nell’addestramento dell’esercito iracheno. Al Yawar ha successivamente avuto un colloquio con l’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Esteri, Javier Solana. Il politico spagnolo gli ha assicurato il sostegno dell’Europa per un Iraq “sicuro, unito e prospero”. Le forze statunitensi hanno rilasciato, infine, 750 iracheni detenuti nella famigerata prigione di Abu Ghraib, teatro degli episodi di maltrattamenti e torture denunciati nei mesi scorsi.

 

 

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