In Iraq proseguono le azioni della guerriglia

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq proseguono le azioni della guerriglia: un civile è rimasto ucciso a Baghdad quando numerosi proiettili di mortaio sono caduti nei pressi di un ufficio passaporti del ministero dell’Interno. Un soldato statunitense è morto, questa notte, in seguito all’esplosione di una bomba al passaggio del suo convoglio diretto verso la capitale irachena. Episodi di violenza si registrano anche a Mossul. Ce ne parla Amedeo Lomonaco:

Guerriglieri hanno attaccato con un’autobomba un convoglio americano e tre civili iracheni sono morti nella sparatoria verificatasi subito dopo l’attentato. E sempre a Mossul la polizia irachena ha trovato due cadaveri decapitati. Nei giorni scorsi era stato rinvenuto il corpo senza vita di un’altra persona. Tutte e tre le vittime sarebbero iracheni. In questo susseguirsi di odio e violenze si inseriscono anche le agghiaccianti immagini di un drammatico video che documenta le esecuzioni di due ostaggi: si tratta dell’imprenditore iracheno Ajad Anwar Wali, da molti anni residente in Italia, e di un cittadino turco, Yalmaz Dabja.

Al Sadr chiede la liberazione dei due ostaggi francesi

Il sedicente gruppo armato delle ‘Brigate salafiste di Abu Bakr’ ha rivendicato le due barbare uccisioni. Sempre sul versante ostaggi, il leader radicale sciita, Moqtada al Sadr, ha chiesto la liberazione dei due giornalisti francesi sequestrati lo scorso 20 agosto. Su questa vicenda il premier francese, Jean Pierre Raffarin, ha dichiarato che i negoziati per ottenere il rilascio dei due reporter si sono interrotti nei giorni scorsi. Commentando il complesso scenario iracheno, il ministro della Difesa americano, Donald Rumsfeld, ha affermato che la situazione attuale pur presentando numerose difficoltà, non degenererà in una guerra civile.

Pentagono: nessuna prova di relazione tra regime di Saddam e Al Qaeda

Il capo del Pentagono ha aggiunto, inoltre, che non c’è mai stata alcuna “prova evidente” dell’esistenza di un legame fra il regime di Saddam Hussein e l’organizzazione terroristica di Al Qaeda. L’ex governatore americano in Iraq, Paul Bremer, ha ammesso che gli Stati Uniti non hanno “mai” disposto di sufficienti forze militari per assicurare un’adeguata cornice di sicurezza nel Paese. La Polonia ha annunciato, infine, il ritiro delle proprie truppe dall’Iraq entro il 2005.

 

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