Iraq: guerriglia in azione in diverse città

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Nassiriya, Baquba, Mossul e Amara. Sono le città dell’Iraq che oggi hanno subito il fuoco della guerriglia. Ma l’argomento del giorno è sicuramente la decisione dell’Onu di non tornare per il momento, in Iraq, per motivi di sicurezza. Sulla situazione del Paese arabo, ci riferisce Amedeo Lomonaco:

Dopo le deflagrazioni di due ordigni che ieri hanno causato oltre 40 morti ed almeno 140 feriti, un’altra autobomba è esplosa questa notte a Nassiriya. L’attentato, che ha preso di mira le forze di polizia irachene e non i soldati del contingente italiano, ha causato il ferimento di quattro persone e due di queste versano in condizioni gravi. Due miliziani iracheni sono inoltre rimasti uccisi a Baquba in seguito a sanguinosi scontri tra guerriglieri e soldati americani, mentre tre civili sono stati feriti per l’esplosione di una bomba a Mossul e guerriglieri sciiti hanno aperto il fuoco contro la sede della coalizione ad Amara.

Rilasciati due ostaggi

Da sottolineare  poi che ieri sono stati rilasciati due ostaggi stranieri, un egiziano ed un turco, rapiti due settimane fa. In questo contesto segnato dalle violenze, proseguono intanto gli sforzi della comunità internazionale per assicurare stabilità e sicurezza allo Stato arabo: circa tremila soldati sudcoreani, secondo quanto dichiarato dal ministro della Difesa di Seul, saranno dispiegati nel nord dell’Iraq a partire dal mese di agosto.

Il Giappone farà parte della Coalizione

Ed il governo di Tokyo ha annunciato che il Giappone parteciperà alla forza multinazionale della coalizione dopo il trasferimento dei poteri in programma il prossimo 30 giugno. L’esecutivo giapponese ha anche precisato che il proprio esercito svolgerà azioni umanitarie e non militari. In base alla risoluzione sull’Iraq appena approvata, l’Onu dovrebbe inoltre gestire le elezioni e favorire la ricostruzione dopo il passaggio di poteri. Ma il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha dichiarato che al momento la difficile situazione del Paese arabo non permette l’avvio della nuova missione.

Sulle ragioni dell’intervento

La preoccupazione di Annan è emersa sullo sfondo del dibattito riguardante le motivazioni che hanno portato all’intervento bellico nel Golfo Persico. Il presidente americano, George Bush, ha insistito sull’esistenza di un rapporto, prima della guerra, tra l’Iraq di Saddam Hussein e Al Qaeda.  Ed il presidente russo, Vladimir Putin, ha confermato oggi che i servizi segreti di Mosca hanno trasmesso agli americani, un paio di anni fa, informazioni sulla preparazione di azioni terroristiche negli Stati Uniti da parte del regime di dell’ex rais.

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