Iraq: soldato italiano ucciso a Nassiriya

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

A pochi giorni dalle elezioni non si arrestano le violenze in Iraq: un’autobomba è esplosa nei pressi di una moschea di Baghdad e un soldato italiano è stato ucciso a Nassiriya. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

In Iraq, una moschea sciita è stata devastata dalla deflagrazione di un ordigno che ha causato la morte di almeno 14 persone, tra le quali diverse donne e bambini. Nei pressi di Nassiriya è stato ucciso, inoltre, un soldato italiano, il marescsiallo Simone Cola. Il militare, che si trovava a bordo di un elicottero, è stato raggiunto da un colpo di mortaio. La vittima era il mitragliere del velivolo e si trovava vicino al portellone. Immediatamente trasportato in ospedale, l’uomo è morto poco dopo il ricovero. Dopo questo ennesimo episodio di violenza, sono 20 i militari italiani morti nell’ambito della missione ‘Antica Babilonia’ a  Nassiriya. A questi vanno aggiunti 5 civili che hanno perso la vita, in Iraq, negli ultimi due anni. Nel Paese arabo, dove complessivamente sono oltre 3200 i militari del contingente italiano, si avvicinano intanto le elezioni del prossimo 30 gennaio.

Alta tensione in vista delle elezioni del 30 gennaio

La maggioranza sciita, che aveva un ruolo politico marginale durante il regime di Saddam Hussein, è favorevole al voto. La minoranza sunnita, invece, intende boicottare la consultazione. Ma la contrapposizione tra le due comunità non riguarda solo le elezioni: molti attentati contro gli sciiti sono stati attribuiti, infatti, a gruppi radicali sunniti e questo alimenta il timore che l’Iraq sia sull’orlo di una guerra civile. Sul fronte sequestri, i rapitori di otto operai cinesi, sequestrati martedì scorso, hanno diffuso un messaggio video nel quale si dichiarano pronti a trattare se le autorità di Pechino impediranno altri ingressi di cittadini cinesi nello Stato arabo. Un ufficiale danese ed altri quattro uomini della polizia militare sono stati incriminati, infine, con l’accusa di aver commesso abusi contro detenuti iracheni nel sud del Paese.

 

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