Iraq: cresce l’attesa per la sorte di Saddam Hussein

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Ancora una giornata di sangue in Iraq. Almeno 9 persone, tra le quali 4 stranieri, sono morte questa mattina a Ramadi, città a circa a 100 chilometri ad ovest di Bagdad, per l’esplosione di un’autobomba. E a Kirkuk è stato inoltre ucciso il capo della sicurezza della compagnia petrolifera del nord dell’Iraq, Ghazi al Talabani. Nel Paese arabo, dove il leader radicale sciita Moqtada Sadr ha ordinato a tutti i suoi miliziani non originari di Najaf di lasciare la città santa, aumenta intanto l’attesa per la sorte di Saddam Hussein. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il presidente americano George Bush ha dichiarato ieri pomeriggio che le forze della coalizione consegneranno l’ex rais al governo ad interim di Baghdad “quando le condizioni di sicurezza saranno adeguate”. Per la consegna di Saddam, “sono in corso negoziati e si registrano importanti progressi”, ha inoltre affermato il premier iracheno, Iyad Allawi, rettificando una precedente dichiarazione nella quale aveva annunciato, entro il prossimo 30 giugno, il trasferimento dell’ex rais e di altri detenuti del passato regime alle autorità irachene.

Cambiano i vertici militari statunitensi in Iraq

Bush, che ieri ha incontrato a Washington il presidente afghano Amid Karzai, ha anche reso noto l’avvicendamento al comando delle truppe in Iraq ufficializzando la sostituzione del generale, Ricardo Sanchez, con il vice capo di Stato maggiore, George Casey. Fonti del Pentagono hanno sottolineato che si tratta di una normale rotazione dei vertici militari nello Stato arabo, dove oggi è arrivato a Baghdad il vice segretario alla Difesa statunitense, Paul Wolfowitz, per consultazioni su questioni relative alla sicurezza. In seguito a possibili vuoti di potere, nell’eventualità di un prossimo ritiro delle truppe americane, il governo di Teheran ha inoltre deciso di concentrare le proprie truppe nella zona di confine con l’Iraq.

Esportazioni di petrolio ancora sospese

Non è intanto ancora chiaro quando potranno ripartire le esportazioni di petrolio iracheno dai terminali del sud del Paese, dopo il blocco causato ieri da un doppio sabotaggio ai due principali oleodotti meridionali di Bassora e Khor al-Amaya. Sulla complessa vicenda legata alla liberazione degli ostaggi italiani proseguono, infine, gli interrogatori dei pubblici ministeri di Roma. Dopo aver ascoltato i tre ex ostaggi – Agliana, Cupertino e Stefio – è previsto oggi pomeriggio l’interrogatorio al fondatore di Emergency, Gino Strada, che nei giorni scorsi aveva ventilato l’ipotesi del pagamento di un riscatto per il rilascio dei sequestrati. E, sempre sulla sorte dei civili rapiti in Iraq, c’è da segnalare la notizia positiva, riferita dalla France Presse, della liberazione di un ostaggio libanese.

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