Iniziativa di Rns “10 piazze per 10 comandamenti”

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Ritrovare il senso del vivere comune alla luce dei 10 comandamenti. Questa la finalità di “10 piazze per 10 comandamenti”, iniziativa promossa dal Rinnovamento per lo Spirito Santo. Su questa iniziativa, presentata ieri mattina a Roma in Campidoglio e patrocinata dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, si sofferma al microfono di Amedeo Lomonacomons. José Octavio Ruiz Arenas, segretario di questo dicastero:

R. – Si tratta della presenza nelle piazze pubbliche di fedeli che vogliono dare una testimonianza del proprio amore e della propria fede in Dio. In un mondo nel quale trascuriamo la nostra fede, è importantissimo far sentire che ci sono tanti credenti che hanno trovato un senso nella loro vita perché hanno trovato il Signore nel loro cuore. Per questo ricordare i comandamenti non è ricordare soltanto divieti ma ricordare soprattutto l’espressione dell’amore di Dio che vuole che abbiamo un rapporto buono con gli altri, un rapporto di amore, perché siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio e Dio è amore.

Legge naturale

D. – Un fondamento morale, personale, che però poi può diventare anche bene comune. Questo è il grande ponte dei 10 comandamenti, che si allargano a tutti gli uomini…

R. – Noi sappiamo che i 10 comandamenti in realtà sono la legge naturale che il Signore ha voluto mettere all’interno del nostro cuore e che noi dobbiamo vivere con un senso di fede, nel senso che non si tratta di un comportamento etico ma di un comportamento come risposta all’amore di Dio.

Intervista con Salvatore Martinez

L’iniziativa, che prenderà il via il prossimo 8 settembre a Roma, in Piazza del Popolo, annuncerà la prima parte del primo comandamento “Io sono il Signore tuo Dio”, In questa occasione verrà trasmesso il videomessaggio di Benedetto XVI, come sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco il presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez:

R. – Il Santo Padre sarà presente con un videomessaggio, così come il sindaco di questa città e il cardinale vicario, insieme a tanti altri personaggi del nostro tempo. E questo per provare a ridire l’attualità di questo primo comandamento.

Il tempo attuale

D. – Quindi anche un’iniziativa che legge alla luce dei 10 comandamenti il tempo storico attuale che stiamo vivendo, un tempo purtroppo anche di smarrimento spirituale e di disagio economico e sociale…

R. – E che quindi ha bisogno di essere rilanciato con valori condivisi, con ideali che fondano la nozione di bene comune. In fondo, se analizziamo i 10 comandamenti, per un credente sono dei peccati, ma per i cittadini – se violati – in buona parte sono dei reati. Bisogna provare a ricostituire una cittadinanza attiva – pensiamo soprattutto alle nuove generazioni – offrendo un patrimonio comune, valoriale intorno al quale ricostruire quella vita buona, che sta a cuore ai nostri vescovi, che sta a cuore al Santo Padre. L’Anno della Fede ha bisogno anche di iniziative profetiche: la fede umanizza, la fede ci rivela in che modo l’uomo ogni giorno riscopre l’umano. Uomini sì, ma umani non sempre e i 10 comandamenti hanno un grande tasso di umanizzazione.

Comandamenti e politica

D. – Hanno anche un fondamento morale, ma oltre a questo i 10 comandamenti sono anche un tessuto che dovrebbe essere collegato anche al mondo della politica…

R. – “E’ per questo che vogliamo portarli in piazza! La piazza è l’agorà di tutti: non è mai colorata, non è mai confessionale. E questo proprio perché riconosciamo che il patrimonio dei comandamenti è comune alle principali legislazioni democratiche: sono fondamento etico delle Costituzioni democratiche! Si tratta di sentirne l’attualità, di rilanciarne la sostenibilità, di far comprendere come anche le leggi abbiano bisogno di adeguarsi ai comandamenti. C’è bisogno di ridare un codice esistenziale che ci faccia sentire sempre più uniti e non drammaticamente divisi”.

Riscoprire ciò che unisce

“Nel tempo della crisi dobbiamo riscoprire ciò che ci unisce: quanto più comprenderemo che proprio perché è spirituale e morale la crisi, c’è bisogno di risposte che siano alte. Quindi non soltanto – come del resto la gente invoca – risposte a questo bisogno, a questo evidente smarrimento del nostro tempo: i giovani cercano lavoro, le famiglie cercano detassazione… Sono interventi legislativi che vanno compiuti, ma se ispirati al “non rubare”, se ispirati al “non desiderare la roba d’altri”, se ispirati al rispetto della famiglia, come i comandamenti dicono, probabilmente anche queste azioni meramente politiche sarebbero ancora più evidenti, ancora più incisive, ancora più concertate e ancora più espressione di un sentire comune”.

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