Papa Francesco in Campidoglio, Roma attende il suo vescovo

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© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews La visita, domani, di Papa Francesco in Campidoglio è un altro memorabile passo di un Pontefice nella storia di Roma, culla del cristianesimo e sede di Pietro e dei suoi successori.

Coloro che rivestono ruoli di maggiore responsabilità siano mossi da “saggezza, lungimiranza, spirito di servizio e di collaborazione”. La gente che vive a Roma affronti “con pazienza i disagi della vita quotidiana”. È il bene di Roma e dei suoi abitanti il pensiero che ha scandito lo scorso 8 dicembre, nel giorno della solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine, la preghiera di Papa Francesco a Maria. Queste ed altre parole, pronunciate dal Santo Padre e legate alla città di Roma, riecheggeranno domani in Campidoglio in occasione della prima visita di Francesco a Palazzo Senatorio. Il Pontefice incontrerà il Consiglio Comunale e la sindaca Virginia Raggi che ha definito la visita un “segno tangibile della vicinanza e dell’attenzione che il Santo Padre riserva e vuole confermare nei confronti dei cittadini romani”.

Pontefici in Campidoglio, la visita di Paolo VI

Francesco è il quarto Pontefice, dopo San Paolo VI, San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, a visitare il Campidoglio. Il 16 aprile del 1966, dopo l’ultima sessione del Concilio Vaticano II, Papa Montini si reca a palazzo Senatorio e, rivolgendosi all’assemblea capitolina, afferma: “Qui è Roma. La vostra, la Nostra. Roma dei secoli. Roma della civiltà latina e cristiana. Qui la sua culla, qui la sua reggia. Qui Roma si fa idea, qui simbolo, qui maestà, qui mistero”. Le parole di Paolo VI si intrecciano con la storia di Roma e d’Italia. Il Pontefice ricorda che, poco prima dell’annessione di Roma allo Stato italiano, Papa Pio IX era salito sul Colle del Campidoglio: “Questo – sottolinea Paolo VI nel 1966 – è un ritorno; Noi non siamo forestieri qui dentro; quante memorie, quanti monumenti lo dicono! Ma quale ritorno? Qua venne, circa un secolo fa, Pio IX; ma quanto diversamente. Noi non abbiamo più alcuna sovranità temporale da affermare quassù. Conserviamo di essa il ricordo storico, come quello d’una secolare, legittima e, per molti versi, provvida istituzione di tempi passati; ma oggi non abbiamo per essa alcun rimpianto, né alcuna nostalgia, né tanto meno alcuna segreta velleità rivendicatrice”.

Giovanni Paolo II: Roma, apri il tuo cuore a Cristo

San Giovanni Paolo II visita il Campidoglio il 15 gennaio del 1998. Papa Wojtyla ricorda alcuni avvenimenti che hanno accompagnato “il proficuo rapporto tra il vescovo di Roma e il suo popolo”. Tra questi, “il declino del potere temporale, la firma dei Patti Lateranensi, la tragica esperienza della guerra e la nuova stagione promossa dal Concilio Ecumenico Vaticano II”. Il Pontefice sottolinea che questo “rapporto di stima e di affetto” cresce ogni giorno. Si esprime e si rafforza nelle visite alle parrocchie e negli incontri con i fedeli romani. ”Si tratta – spiega Giovanni Paolo II – di un amore concreto che vuole raggiungere la gente, tutta la gente, offrendole motivi di speranza, proposte culturali, aiuto e sostegno nelle difficoltà morali e materiali, spazi di accoglienza e di ascolto, occasioni di comprensione e di fraternità. È un amore attento alla realtà che cambia, alla fatica del quotidiano, ai rischi morali che corre anche questa nostra Roma”. Dal Pontefice anche uno speciale esortazione: “Il Signore ti ha affidato, Roma, il compito di essere nel mondo ‘prima inter Urbes’, faro di civiltà e di fede. Sii all’altezza del tuo glorioso passato, del Vangelo che ti è stato annunciato, dei Martiri e dei Santi che hanno fatto grande il tuo nome. Apri, Roma, le ricchezze del tuo cuore e della tua storia millenaria a Cristo”.

Benedetto XVI: Roma sia portatrice di un nuovo umanesimo

É una città segnata da profondi mutamenti quella che Benedetto XVI descrive il 9 marzo del 2009 durante la visita in Campidoglio: “Questa nostra città come del resto l’Italia e l’intera umanità – afferma il Pontefice in quell’occasione – si trova ad affrontare oggi inedite sfide culturali, sociali ed economiche, a causa delle profonde trasformazioni e dei numerosi cambiamenti sopravvenuti in questi ultimi decenni. Roma si è andata popolando di gente che proviene da altre nazioni e appartiene a culture e tradizioni religiose diverse, ed in conseguenza di ciò, ha ormai il volto di una Metropoli multietnica e multireligiosa, nella quale talvolta l’integrazione è faticosa e complessa”. “Nell’era post-moderna – aveva poi aggiunto Benedetto XVI – Roma deve riappropriarsi della sua anima più profonda, delle sue radici civili e cristiane, se vuole farsi promotrice di un nuovo umanesimo che ponga al centro la questione dell’uomo riconosciuto nella sua piena realtà”. Benedetto XVI conclude il proprio discorso affidando i lavori dell’amministrazione capitolina a Maria: “Permettete che volga lo sguardo verso la Madonna con il Bambino, che da alcuni secoli veglia materna in questa sala sui lavori dell’amministrazione cittadina”.

Papa Francesco in Campidoglio

Lo sguardo verso Maria accompagnerà anche la visita di Papa Francesco in Campidoglio. Al suo arrivo, domani, il Pontefice verrà accolto dalla sindaca Virginia Raggi. Il Santo Padre e la sindaca raggiungeranno l’interno del Palazzo Senatorio attraverso lo scalone di Sisto IV. Al termine del colloquio privato con il primo cittadino di Roma, Francesco si sposterà prima nella sala dell’Arazzo e poi in quella delle bandiere. Dopo l’ingresso nell’Aula Giulio Cesare, il programma della visita prevede il discorso di Papa Francesco. Dopo l’intervento del Pontefice, la sindaca annuncerà l’istituzione di una borsa di studio e l’intitolazione della Sala della Piccola Protomoteca alla Laudato si’ di Papa Francesco. Prima del rientro in Vaticano sono infine previsti lo scambio dei doni e il saluto del Papa ad una rappresentanza di dipendenti capitolini.

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