Giornata Missionaria, Dal Toso: la missione ha lo stesso mandato ma nuove modalità

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Intervista con il presidente delle Pontificie Opere Missionarie in vista dell’evento del 23 ottobre: “La missione continua ad essere il mandato di Cristo di annunciare il Vangelo e di creare nuove comunità cristiane. La forma in cui tutto questo si realizza oggi sta cambiando. Si registra, prima di tutto, una maggiore presenza di laici e anche di famiglie nel mondo missionario”.

È il momento più significativo di questo mese di ottobre dedicato alla missionarietà: si celebra domenica 23 ottobre la Giornata Missionaria Mondiale, incentrata quest’anno sul tema “Di me sarete testimoni”. Nel messaggio per l’evento Papa Francesco ricorda “che la Chiesa è per sua natura missionaria”. Quest’anno la Giornata, scrive il Pontefice, ci offre “l’occasione di commemorare alcune ricorrenze rilevanti per la vita e missione della Chiesa: la fondazione, 400 anni fa, della Congregazione de Propaganda Fide – oggi per l’Evangelizzazione dei Popoli – e, 200 anni fa, dell’Opera della Propagazione della Fede”.

Come cambia la missione

“Oggi la missione cambia perché non è più semplicemente da Nord a Sud ma a 360 gradi”. È quanto sottolinea a Vatican News il presidente delle Pontificie Opere Missionarie, monsignor Giampietro Dal Toso, aggiungendo che in questo nostro tempo la missione “deve penetrare un ambiente culturale diverso rispetto a quello di cinquant’anni fa”.

Cosa è la missione e come cambia oggi?

La missione è un mandato che il Signore ha dato alla sua Chiesa e che, nel corso dei secoli, la Chiesa ha svolto. Quello che cambia oggi è legato alle circostanze, soprattutto alle circostanze culturali. E cambia anche la modalità con cui la missione si realizza. La missione continua ad essere il mandato di Cristo di annunciare il Vangelo e di creare nuove comunità cristiane. La forma in cui tutto questo oggi si realizza sta cambiando. Si registra, prima di tutto, una maggiore presenza di laici e anche di famiglie nel mondo missionario. Si riduce, invece, quella di sacerdoti e di religiosi.

La missione cambia perché non è più semplicemente da Nord a Sud ma a 360 gradi. È una missione che deve penetrare un ambiente culturale diverso rispetto a quello di cinquant’anni fa. Ed è diverso non solo nei Paesi occidentali. È diverso anche nelle zone di missione: la cultura digitale sta trasformando il modo di vivere in tutte le latitudini. È una missione anche che cambia nel senso che, anche nei territori con più lunga tradizione cristiana, c’è bisogno di rifondare e di rimotivare questa storia con un annuncio di fede rinnovato.

Come si realizza, in particolare, questa missione sul fronte del mondo digitale?

È un mondo nel quale scopriamo la necessità di essere sempre più presenti. Tra le nostre 120 Direzioni nazionali si moltiplicano le iniziative per essere presenti in questo ambito digitale. Posso fare diversi esempi: dai brevi video che si fanno alle preghiere, oppure in alcuni Paesi – questo riguarda soprattutto il mondo dei media – vediamo come le radio cattoliche svolgano un enorme servizio nell’evangelizzazione perché sono in molti casi l’unico mezzo per raggiungere i fedeli. È importante individuare questa necessità: la presenza nel mondo digitale non è in sé stessa risolutiva, però può essere un aiuto a pensare, un motivo per offrire delle occasioni per incontrare il Signore.

Quale è il ruolo delle Pontificie Opere Missionarie e come si distingue da quello della Congregazione de Propaganda Fide? 

Propaganda Fide, nei suoi 400 anni di storia, ha avuto e continua ad avere un grande ruolo di accompagnare e coordinare il grande lavoro missionario con le Chiese locali, con i grandi istituti religiosi missionari. In questi 400 anni Propaganda Fide ha diretto, in qualche modo, l’attività missionaria della Chiesa. Le Pontificie Opere Missionarie hanno sostenuto questo grande lavoro di Propaganda Fide in una doppia forma. Prima di tutto, nella forma dell’animazione missionaria motivando tutto il popolo di Dio all’importanza della missione e sostenendo finanziariamente l’attività missionaria. Quindi supportando la creazione di diocesi e seminari, la fondazione di conventi e monasteri, la formazione dei catechisti. Le Pontificie Opere Missionarie, a loro volta, possono fare questo lavoro grazie al sostegno di tante persone in tutto il mondo.

Quale è l’impegno delle varie direzioni delle Pontificie Opere Missionarie per aiutare la popolazione ucraina?

Di per sé l’Ucraina non è un territorio di nostra competenza perché ricade sotto la competenza della Congregazione per le Chiese orientali. Quello che è successo, però, è che diverse Direzioni nazionali, non solo in Europa, sono state sollecitate a dare qualche aiuto soprattutto nella prima fase, quando c’è stata la prima ondata di profughi. E hanno sostenuto l’azione delle Chiese locali in Polonia, in Slovacchia, in Ungheria e in Romania. Quindi un impegno per sostenere l’azione della Chiesa locale per aiutare i profughi.

Iniziative nel mondo per il mese missionario

Le Direzioni delle Pontificie Opere Missionarie hanno lavorato tutto l’anno guardando a questo mese missionario. In Spagna, ad esempio, è stata lanciata “El Domund al descubierto”, una iniziativa che comprende varie attività  a carattere missionario. Quest’anno si svolge principalmente a Madrid, dal 18 al 23 ottobre. A Malta è stata avviata l’iniziativa “Socktober” per sensibilizzare i più piccoli al tema della missione attraverso il gioco del calcio. Il progetto, avviato dalla direzione maltese, è stato lanciato anche nelle scuole in Australia.  In Svizzera la “Ricerca delle Pauline” è una iniziativa che consiste nella produzione, da parte delle parrocchie, di video di parrocchiani che si sono contraddistinti per l’impegno missionario. In Italia sono otto i video di animazione missionaria prodotti per questo mese di ottobre. Si tratta di storie, testimonianze e commenti sul tema della Giornata Missionaria Mondiale “Di me sarete testimoni!”.

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