Gioco d’azzardo: bozza decreto, aspetti controversi

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Cento miliardi di fatturato, 4% del Pil nazionale, terza industria del Paese. Sono alcuni dei dati legati al gioco d’azzardo legale in Italia, dove sono più di 400 mila le slot-machine. Al tema del riordino della normativa, in questo ambito, è stato dedicato oggi, a Milano, l’incontro organizzato dal gruppo del Pd al Senato ed intitolato “Verso il decreto sul gioco d’azzardo”. Sulla bozza di questo provvedimento, Amedeo Lomonaco ha intervistato il direttore di “Vita”, Riccardo Bonacina:

 

R. – Questo decreto azzera tutto quello che è stato fatto finora: impone una regola statale che non prevede al momento che i comuni possano fare di più.

Decreto e apertura delle sale

D. – Ad esempio, il decreto del governo non prevede che le amministrazioni locali abbiano anche un potere di veto, cioè l’ultima parola proprio sull’apertura delle sale …

R. – Esatto. E tantissimi Comuni, ormai, lavoravano su due punti. Il primo riguardava la dislocazione delle slot. I Comuni imponevano che le slot fossero poste almeno a 300 in alcuni casi 500 metri dai luoghi sensibili, quindi scuole, ospedali; l’altra leva dei Comuni erano gli orari di apertura. Queste due cose non ci saranno più.

Gioco d’azzardo e pubblicità

D. – Un altro punto controverso è legato alla pubblicità …

R. – Sì, noi ad esempio siamo per il divieto assoluto di pubblicità. In Europa ci sono già pronunciamenti che rendono lecito, da parte dei singoli governi, muoversi in questo senso. Sicuramente non basta come è scritto nella bozza attuale del decreto vietare la pubblicità nelle fasce protette, cioè dalle 16.00 alle 19.00. Si dovrà essere molto più coraggiosi e vietare la pubblicità.

Gioco d’azzardo e criminalità

D. – Un altro aspetto controverso del decreto è la mancanza di informazioni precise sulle forme di contrasto alle infiltrazioni mafiose, all’evasione fiscale e tributaria …

R. – Sì, è un altro punto su cui abbiamo chiesto di specificare di più. Così come abbiamo chiesto maggiore specifiche su un punto dove viene detto che saranno ritirate 80-100mila macchinette. Chiediamo una norma più chiara e precisa che indichi con quali modalità, con quale tempistica e la tipologia delle macchinette ritirate e anche la precisazione che queste non saranno sostituite.

Gioco d’azzardo e spesa sanitaria

D. – Intanto questo fenomeno, il gioco d’azzardo, continua a colpire. I giocatori abituali – tra cui almeno 800mila con una dipendenza patologica – sono circa 15 milioni. La spesa del sistema sanitario ammonta ogni anno a quasi sei miliardi …

R. – I danni dell’azzardo legale, dell’azzardo di Stato, sono ormai indiscutibili. Anche l’esperienza di ricerca scientifica su questi temi è andata molto avanti. Per questo, la regolazione deve essere informata in maniera più efficace rispetto a quanto si è capito in questi anni.

Luci del provvedimento

D. – Questi, dunque, sono gli aspetti che destano maggiore preoccupazione. Quali, invece, gli aspetti positivi di questo provvedimento?

R. – L’aspetto positivo è che lo Stato, dopo circa 20 anni, prende in mano la situazione e prova a regolare questo settore. Certo è che se ci deve essere una regolazione, un provvedimento che influenzerà per i prossimi dieci anni un comparto che ha provocato tanti disastri, è importante che questa sia una regolazione condivisa e accorta. E anche un po’ coraggiosa, come sta accadendo in altri Paesi europei.

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