Gaza, nuove vittime. Ue: aprire “corridoio” marino

0
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Medio Oriente, prosegue il lancio di razzi verso Israele, che risponde con nuovi raid nella Striscia di Gaza. Almeno cinque palestinesi, tra cui un bambino, sono morti in seguito agli attacchi compiuti, nella notte, dall’aviazione israeliana. Il bilancio delle vittime sale, complessivamente, a 1.900. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

La tregua è già un ricordo. Al lancio di razzi da parte di miliziani di Hamas è seguita la risposta dello Stato ebraico che riferisce di aver centrato almeno 20 obiettivi nella Striscia di Gaza. Ma il movimento estremista palestinese rende noto che sono stati colpiti magazzini, case, moschee e centri di formazione. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, si è detto “profondamente deluso” dal mancato prolungamento della tregua. Al Cairo, intanto, si lavora affannosamente per cercare di riaprire canali di dialogo tra la delegazione israeliana e quella palestinese. L’Egitto chiede di “tornare immediatamente” al cessate-il-fuoco e, “il prima possibile”, al tavolo delle trattative.

Negoziato fermo

Secondo le autorità egiziane i punti di disaccordo “ancora in sospeso” sono pochi. Ma il negoziato è fermo. Hamas accusa Israele di ignorare la richiesta della fine dell’embargo. ”Vogliamo dare una possibilità ai negoziati e non siamo interessati ad una escalation”, ha detto, citato da Times Of Israel, il portavoce di Hamas a Gaza, Sami Abu Zuhri. “Non possiamo tornare – ha aggiunto – al punto di partenza e accettare il blocco di Gaza e dei suoi residenti”. Sull’altro versante, lo Stato ebraico ritiene inutile ogni trattativa se non cesserà il lancio di razzi. Un nuovo piano per cercare di allentare il blocco di Gaza arriva dall’Europa. La proposta è di aprire un corridoio marino da Gaza a Cipro, controllato da osservatori europei, per il transito di uomini e merci.

Foto:

By Boris Niehaus (www.1just.de) [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], from Wikimedia Commons

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *