Emergenza cibo nel mondo

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Sono ancora più di un miliardo le persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. Lo ha detto, davanti all’International Monetary Financial Committee, il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick, sottolineando che nel corso dei prossimi sette anni è necessario “recuperare il terreno perso”.

 

Secondo Zoellick, il mondo rischia di finire in preda a rivolte di persone affamate se non si farà qualcosa per fermare l’aumento dei prezzi dei generi alimentari di base. L’obiettivo, da centrare entro il 2015, è di dimezzare il numero dei poveri che, in media, spendono il 75% del proprio reddito per il cibo. I governi dei Paesi membri della Banca Mondiale devono intervenire subito per evitare che la crisi alimentare si propaghi ulteriormente. Un segnale positivo è l’impegno dei Paesi ricchi a raccogliere, entro il primo maggio, 500 milioni per far fronte ai bisogni più urgenti identificati dal Programma Mondiale per l’Alimentazione. A preoccupare in questo scenario segnato dal rallentamento dell’economia globale, è soprattutto il raddoppio dei prezzi alimentari negli ultimi tre anni.

Emergenza legata al costo dei beni alimentari

Un aumento che, secondo la Banca Mondiale, può far cadere nella miseria oltre 100 milioni di persone. E’ un’emergenza, quella legata ai costi dei generi alimentari, che non può essere affrontata solo con analisi, parole, convegni. Per il presidente della Banca Mondiale, è anzitutto necessario che la comunità internazionale ottimizzi un piano per la distribuzione degli aiuti. Il sostegno all’agricoltura e al suo sviluppo nei Paesi sottosviluppati è “una priorità che potrà, se correttamente sostenuta, creare nuove opportunità”. Ma in diversi Paesi si è già alzata l’onda delle proteste. Lo Stato di Haiti è stato teatro dei più recenti disordini legati al caro-cibo: la rivolta è durata una settimana e cinque persone sono rimaste uccise. Proteste ci sono state anche in Egitto, Camerun, Burkina Faso, Filippine e Messico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *