Ddl su cannabis, Ceis: esercito di tossicodipendenti

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Ddlsu cannabis. In Italia, approderà il 25 luglio alla Camera una proposta di legge per la legalizzazione della cannabis. I favorevoli sostengono, tra l’altro, che sarà un passo in avanti nella lotta contro la criminalità organizzata. Per i contrari, invece, le ripercussioni saranno gravissime. Amedeo Lomonaco ha intervistato Roberto Mineo, presidente del Ceis (Centro Italiano di Solidarietà di don Mario Picchi), che ieri ha presentato alla Camera dei deputati la propria relazione su questo disegno di legge:

 

R. – Credo, senza ombra di dubbio, che l’impatto sarà veramente devastante: vuol dire, semplicemente, che possiamo autorizzare milioni di cittadini a fare uso legale di una sostanza stupefacente, che non può più essere considerata una droga cosiddetta leggera – come si diceva negli anni Ottanta – in quanto è stata modificata a livello genetico. Noi siamo preoccupati in relazione proprio alla salute dei nostri giovani. Mi fa specie, poi, che anche gli adulti possano farne uso a livello legale: immagino un conduttore di mezzi pubblici, un pilota di aerei o un chirurgo che possa fare uso di questa sostanza prima di intraprendere la sua professione…

D. – Se questa proposta di legge completerà il proprio iter, quali saranno le ripercussioni per il Sistema Sanitario Nazionale Italiano?

R. – Saranno devastanti! Ci troveremo di fronte ad un problema sanitario e sociale veramente grande, che non potrà essere controllato. Il costo sociale sarà elevatissimo, veramente elevato!

Legalizzazione e lotta alla criminalità

D. – Per quanti sono favorevoli a questo disegno di legge, la legalizzazione della cannabis sarà un passo in avanti nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. Ma un mercato legale, in questo ambito, può realmente contrastare traffici e attività illegali?

R. – Non ci sarà assolutamente una riduzione della criminalità organizzata. Questo ce lo ha insegnato anche il gioco d’azzardo: legalizzando il gioco d’azzardo, la criminalità organizzata ha moltiplicato le sue entrate. Noi abbiamo portato in Parlamento anche la relazione che concerne la legalizzazione avvenuta nello Stato del Colorado. Sono aumentati gli incidenti stradali, sono aumentate le malattie psicotiche e sono aumentate, ovviamente, tutte le malattie che riguardano l’apparato circolatorio…

Cannabis e finalità terapeutiche

D. – C’è anche chi sostiene che la cannabis possa avere un uso terapeutico…

R. – Mi sembra assurdo proporre un prodotto terapeutico al pari di una sigaretta. Non si può pretendere di dare ad un malato, con qualsiasi tipo di patologia, una medicina sotto forma di sigaretta. Questo vuol dire produrre dei danni alla stessa stregua di quello che può provocare il fumo: cancro ai polmoni, problematiche patologiche per le vie respiratorie… E’ assurdo questo!

Contrasto efficace con prevenzione e informazione

D. – Si stima che 13 milioni di italiani abbiano provato la marijuana e che il mercato della cannabis, in Italia, ammonti ad oltre 12 miliardi di euro l’anno. Qual è la proposta del Ceis per una politica di contrasto seria contro questo fenomeno?

R. – La politica di contrasto per ogni forma di dipendenza è una politica che prevede prevenzione e informazione. Occorre prevenzione nelle scuole e nelle famiglie: non si sa più niente e specialmente i nostri giovani sono alla sbando, non hanno informazioni. Le istituzioni sono sorde su questo versante. Non esiste, al momento, una campagna reale ed efficace per contrastare queste patologie gravi. Chi ci rimettere sono i nostri giovani. Non possiamo creare – facendo una legge – un altro esercito di tossicodipendenti.

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