Costituzione irachena e libertà religiosa

0
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il Papa ha ricevuto stamani in udienza, al Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, il ministro degli Esteri iracheno, Hoshyar Zebari, giunto in Italia anche per partecipare al Meeting di Rimini. Si tratta del primo incontro tra Benedetto XVI e un rappresentante del mondo politico iracheno. Il servizio è di Amedeo Lomonaco:

 

L’udienza si è tenuta in un giorno particolare per l’Iraq: questa sera scade infatti il termine per l’approvazione, da parte del Parlamento, della bozza della nuova Costituzione irachena. Durante la visita, è stata presa in esame l’attuale situazione irachena, con particolare riferimento proprio al testo costituzionale e “all’importante tema della libertà religiosa”. E’ stato anche sottolineato come “la ricostruzione delle istituzioni debba avvenire in un clima di dialogo che veda coinvolti tutti i gruppi religiosi e le varie componenti della società”.

L’Iraq e Benedetto XVI

Lo Stato iracheno, terra di drammi ma anche di speranze, e stato più volte ricordato da Benedetto XVI durante questi primi mesi di Pontificato. In particolare, all’Angelus del 24 luglio in Valle d’Aosta, il Papa aveva espresso la propria vicinanza ai familiari delle vittime degli “esecrandi attentati terroristici in Egitto, Turchia, Iraq e Gran Bretagna”. “Invochiamo l’Onnipotente – aveva aggiunto il Santo Padre – affinché fermi la mano assassina di coloro che, mossi da fanatismo e odio, li hanno commessi e ne converta i cuori a pensieri di riconciliazione e di pace”.

Il Papa: gli assassini non sono partner della pace

Il 29 luglio, nel telegramma di cordoglio dopo l’uccisione di due diplomatici algerini in Iraq, il Santo Padre sottolineava come “la morte di alcuni uomini non possa rappresentare la soluzione ad una qualsiasi rivendicazione”. Riferendosi in particolare alla situazione irachena, il Papa rimarcava come gli assassini non possano essere i partner del dialogo e della pace. Sono gli uomini di buona volontà uniti insieme – aveva aggiunto – a poter “edificare un mondo di fraternità tra le persone e i credenti”.

Paese lacerato

In Iraq, intanto, la situazione continua ad essere drammatica: almeno sei civili sono rimasti uccisi nell’attacco, da parte di uomini armati, ad un affollato locale ad Abu Saida, nei pressi di Baquba. Nella città settentrionale di Kirkuk, è stato assassinato un filippino, impiegato in una società di servizi americana.

Intervista con l’arcivescovo Filoni

Torniamo all’udienza del Papa al ministro degli esteri iracheno. Sul significato di questo incontro ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il nunzio apostolico a Baghdad, l’arcivescovo Fernando Filoni:

R. – La visita del ministro degli esteri iracheno rappresenta un momento importante delle relazioni tra la Santa Sede e l’Iraq. Il ministro degli esteri aveva già incontrato, in precedenza, Papa Giovanni Paolo II. Adesso incontra Benedetto XVI. In questa occasione, egli avrà potuto illustrare la bozza che è allo studio e prossimamente potrebbe essere sottoposta al referendum popolare del 15 ottobre. In questa Costituzione, si trattano anche questioni relative alla libertà religiosa, alla libertà di culto, e alle relazioni tra maggioranza islamica e le minoranze cristiane del Paese.

La nuova Costituzione

D. – L’udienza di oggi coincide con la scadenza del termine per l’approvazione della bozza della nuova Costituzione irachena da parte del Parlamento. L’odierna giornata può essere considerata l’inizio di un nuovo futuro per l’Iraq?

R. – Il nuovo futuro dell’Iraq è ancora nelle mani del popolo iracheno. Il futuro dell’Iraq verrà deciso dal popolo iracheno il giorno in cui sarà chiamato ad esprimersi con un referendum su quanto è stato – in modo anche sofferto, direi – preparato in questi ultimi mesi. Questa bozza, comunque, è ancora un po’ acerba per essere ben considerata da parte della popolazione.

Dialogo interreligioso in Iraq

D.- Durante la GMG a Colonia, il Papa si è nuovamente impegnato a promuovere il dialogo con l’islam, e ha incontrato le comunità musulmane della Germania. Come procede il dialogo interreligioso in Iraq?

R. – Non abbiamo un vero dialogo particolare, rispetto a quanto già non si riscontra nella convivenza quotidiana tra musulmani e cristiani. Non sono comunque mancati momenti di incontro. Il Patriarca caldeo, la Conferenza episcopale, e alcuni leader del mondo islamico hanno discusso sul futuro dell’islam e del cristianesimo. Hanno anche ribadito come dovrebbe essere garantita la libertà religiosa e la libertà di culto.

Cristiani 3% della popolazione

D. – Su oltre 26 milioni di abitanti, i cristiani in Iraq sono circa il 3 per cento della popolazione, quasi 800 mila persone. I cattolici sono almeno 300 mila, dei quali l’80 per cento di rito caldeo. Qual è la situazione dei cristiani in Iraq?

R. – Non è differente da quella che si registrava in passato. Ovviamente, i nostri cristiani, e in particolare i cattolici, vivono la precarietà quotidiana del popolo iracheno e con esso condividono tutti gli aspetti della vita: l’insicurezza, la mancanza di lavoro e la mancanza di servizi. L’energia elettrica che è praticamente inesistente… E’ chiaro che, in alcuni casi particolari, ci sono forme di intolleranza che non bisogna però addebitare a tutto l’islam ma a singole fazioni!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *